Salta al contenuto


Il 17 marzo 2023 si celebra il “World Sleep Day”, la Giornata Mondiale del Sonno, un evento a cadenza annuale che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del sonno per la nostra salute. La giornata è supportata, in ogni parte del mondo, dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Associazione Italiana della Medicina del Sonno.


COSA FA IL S. ANNA. Presso l’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara (Direttore facente funzione, dott.ssa Daniela Gragnianiello) esiste un Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura dei Disturbi del Sonno (Referenti, dott. Edward Cesnik e dott.ssa Elisa Fallica), attivo da oltre 20 anni. Si tratta di un Servizio specialistico di secondo livello, accessibile alla prenotazione su indicazione specialistica neurologica, pneumologica, otorino o internistica, dove i diversi disturbi del sonno possono essere correttamente diagnosticati e trattati.


Presso l’Unità Operativa di Pneumologia del Sant’Anna (diretta dal prof. Alberto Papi) è attivo l’Ambulatorio dei Disturbi Respiratori nel sonno e dell’Insufficienza Respiratoria. Questo servizio è rivolto sia ai pazienti affetti da apnee ostruttive nel sonno (OSAS), sia a quelli con altre patologie (respiratorie e neuromuscolari che si complicano con l’insufficienza respiratoria) che devono essere trattate con ossigeno e/o con ventilazione domiciliare. Presso l’ambulatorio vengono svolte diverse attività, tra cui il monitoraggio cardiorespiratorio (chiamato anche polisonnografia), la scelta della modalità di ventilazione per correggere le apnee e dell’interfaccia - cioè del tipo di maschera (nasale o oronasale) più adatta per ogni paziente - e il follow up. Durante le visite di controllo vengono valutati, assieme al paziente, diversi aspetti: eventuali difficoltà nell’uso del ventilatore, effetti collaterali dovuti alla maschera, presenza di sonnolenza residua, variazioni del quadro clinico, problematiche familiari o lavorative che possono influenzare l’aderenza alla terapia. L’ambulatorio provvede anche ad interfacciarsi con l’ufficio protesico dell’Azienda USL di Ferrara per le procedure amministrative relative alla fornitura dei presidi. Inoltre, è stato recentemente istituito un Percorso Diagnostico Terapeutico Interaziendale per coordinare le attività degli operatori sanitari coinvolti (fra cui Pneumologo, Otorinolaringoiatra, Neurologo, Dietologo), favorire una più rapida identificazione dei pazienti ed una corretta impostazione terapeutica.


LE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO. La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (indicata anche con l’acronimo OSAS - Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è una patologia molto diffusa, caratterizzata da una ricorrente ostruzione (apnea) o subostruzione (ipopnea) delle prime vie aeree durante il sonno. Le apnee\ipopnee determinano una riduzione intermittente dell’ossigenazione del sangue quando le vie aeree sono ostruite. Le comuni conseguenze sull’organismo sono: alterazioni del ritmo cardiaco (bradi o tachi-cardia), picchi ipertensivi, frammentazione del sonno, attivazione del sistema nervoso simpatico. Nel lungo termine ciò porta ad un aumentato rischio di aritmie cardiache, malattie cardio e cerebro-vascolari, ipertensione (in particolare quella farmaco-resistente), disordini metabolici, disturbi cognitivi e depressione. A ciò si aggiungono i rischi legati all’addormentamento diurno, in particolare un rischio più elevato di incidenti stradali.


Si stima che nel mondo circa 1 miliardo di persone soffrano di OSAS e che le forme moderate o gravi (più di 15 episodi di apnea-ipopnea per ora di sonno) siano circa 425 milioni. In Italia si stima che la prevalenza dell’OSA (più di 5 apnee\ipopnee per ora di sonno) sia attorno al 20,5%, con un 15,5% di forme moderate-gravi. La prevalenza dell’OSA nella popolazione della Regione Emilia-Romagna, di età superiore a 35 anni, si aggira intorno al 35% negli uomini e il 17% delle donne. I casi che comportano sonnolenza diurna interessano fino all’11% degli uomini e il 5% delle donne. Attualmente, nel territorio ferrarese, sono circa 1300 le persone che sono seguite con presidi di ventilazione notturna, che rappresenta il tipo di intervento per contrastare l’insorgere e le conseguenze dell’ostruzione delle vie aeree, caratteristiche dell’OSAS. E’ stato stimato che per ogni Medico di Medicina Generale (circa 1500 assistiti) ci sarebbero circa 100 soggetti con OSAS di varia gravità.


LA GIORNATA DEL SONNO. Quest’anno la giornata si concentra sul concetto che la terapia dei disturbi del sonno contribuisce a diminuire il rischio di altre patologie, avendo consapevolezza che il dormire bene ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute del nostro cervello e nel prevenire le malattie cardio-metaboliche. Il sonno non è un fenomeno passivo ma un vero e proprio stato comportamentale, caratterizzato dalla sospensione temporanea dello stato di coscienza vigile. E’ una funzione biologica basilare, come l’alimentarsi e il respirare e, proprio per questo, il sonno esiste in tutti gli esseri viventi in forma più o meno evoluta. La deprivazione di sonno comporta un prezzo biologico e cognitivo. Per questo è importante riposare bene.

Negli ultimi anni ha assunto una crescente importanza la terapia non farmacologica dei disturbi del sonno, che ha come punto di riferimento il concetto di “igiene del sonno”. Il decalogo del “buon dormitore” prevede, infatti, una serie di norme ambientali, dietetiche e comportamentali che possono avere un impatto positivo sul nostro sonno. Ad esempio vanno ridotti tutti gli stimoli fisici risveglianti e l’allontanamento di oggetti simbolo dell’attività di veglia; vengono sconsigliati il consumo di alcolici, tabacco e caffè nelle ore serali, oltre ai pasti ricchi di proteine che tendono a limitare l’assorbimento di triptofano, amminoacido precursore della serotonina. Viceversa, l’assunzione di zuccheri facilita l’assorbimento di quest’ultimo, favorendo il mantenimento del sonno. Le norme comportamentali sono fondamentali per una corretta igiene del sonno, tanto che sono alla base della “Cognitive-behavioral therapy” (CBT) nel trattamento dell’insonnia. La CBT ha come fine il migliorare la qualità del sonno percepito e ripristinare il senso di controllabilità dello stesso.


I RITMI CIRCADIANI. I ritmi circadiani, regolati dall’alternanza luce e buio, organizzano la vita di ogni essere vivente. “Fra questi – mette in evidenza il prof. Roberto Manfredini, Direttore della Clinica Medica, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ed esperto di Cronobiologia - il sonno riveste un’importanza strategica, se si pensa che spendiamo un terzo della nostra vita dormendo. In una notte alterniamo diversi cicli di sonno, di circa 90 minuti ciascuno, organizzati in fasi: I-II (addormentamento), III-IV (sonno profondo) e REM (sogno). Di notte, mentre il corpo riposa, il cervello è invece estremamente impegnato in molteplici attività, fra cui organizzazione delle centinaia di migliaia di nuove informazioni che ogni giorno si accumulano, costruzione di nuove sinapsi per aumentare la capacità di immagazzinamento e di memoria, eliminazione delle scorie tossiche. Queste attività sono svolte nel corso del sonno profondo, per cui è più importante la qualità che non la quantità di ore di sonno. Alcuni fattori possono disturbare gli orologi interni che scandiscono i ritmi circadiani: cambio di fuso orario, lavoro a turni, eccesso di illuminazione notturna e il cambio dell’ora. Circa un secolo fa – ricorda il prof. Manfredini - per via della guerra e della necessità di risparmiare energia, veniva adottata la cosiddetta ora legale. Sappiamo ormai che cambiare l’ora due volte l’anno desincronizza i ritmi circadiani ed espone ad una serie di conseguenze sulla salute. Stiamo per avvicinarci al cambio dell’ora di primavera, il meno tollerato dall’organismo: la notte di domenica 26 marzo sposteremo avanti di un’ora le lancette dell’orologio e dormiremo un’ora di meno. Circa una persona su tre potrebbe avvertire disturbi del sonno nei giorni successivi, fra cui insonnia notturna, sonnolenza diurna, calo di concentrazione, ansia, sbalzi del tono dell’umore. Per chi sa di soffrire il cambio dell’ora, alcuni semplici consigli: a partire da 5-6 giorni prima, anticipare di 30-60 minuti l’ora di andare a dormire, tenere la stanza oscurata, non usare la sera dispositivi elettronici (smartphone, computer, tablet) che hanno effetto bloccante sulla melatonina e, da domenica mattina, prendere almeno una buona mezzora di luce naturale”.


Per consultare il comunicato stampa regionale sul tema della medicina del sonno, cliccare QUI

Ultimo aggiornamento

16-03-2023 12:03

Questa pagina ti è stata utile?