Che cos'è lo screening e perchè partecipare
A cosa serve fare lo screening?
Per diagnosticare precocemente una malattia, prima della comparsa di sintomi, e per avviare tempestivamente il trattamento terapeutico. Un trattamento precoce, infatti, ha dei vantaggi rispetto a un trattamento tardivo, in termini di guarigione, di sopravvivenza alla malattia e cure più semplici.
Che cosa dovrei sapere prima di fare lo screening?
E’ importante leggere l’opuscolo informativo ricevuto insieme all’invito, presente anche in questo sito nella sezione campagna informativa. E’ possibile anche informarsi su come e quando eseguire il test di screening nella sezione specifica per mammella e collo dell’utero.
Quali sono i possibili rischi dello screening?
In generale, vi è la possibilità di essere richiamate per ulteriori accertamenti, talora di tipo invasivo. E’ possibile che in alcune situazioni il test porti a identificare forme a bassa potenzialità di evolvere, che potrebbero regredire o che comunque non avrebbero dato mai sintomi. Si potrebbe verificare, in questi casi, un trattamento inutile, con tutti i rischi e i disagi che ciò può comportare.
Deve essere inoltre ricordata la possibilità di comparsa di una forma tumorale tra due test di screening successivi, occorre quindi prestare sempre attenzione ai segnali del proprio corpo.
Quali sono i possibili benefici dello screening?
Effettuare lo screening aumenta molto la probabilità di individuare la presenza di un tumore al seno quando è ancora in fase iniziale, questo permette di effettuare cure meno invasive e più efficaci. In Italia il rischio di avere una diagnosi di tumore alla mammella nel corso della vita è pari a una donna ogni otto e il tumore della mammella femminile è la neoplasia più frequentemente diagnosticata nelle donne.
Per il collo dell’utero effettuare lo screening permette addirittura di individuare lesioni che sono solo a rischio di evolvere, generalmente dopo lungo tempo e solo in piccola parte, verso forme maligne. Il trattamento di queste lesioni previene l’eventuale insorgenza del tumore. In Italia il rischio di avere una diagnosi di tumore del collo dell’utero nel corso della vita è pari a una donna ogni 170.
Perché partecipare allo screening invece di fare l’esame per conto proprio?
I valori costantemente perseguiti nel programma sono: equità, accompagnamento, qualità e comunicazione/informazione.
- Il programma di screening è sottoposto a un rigoroso monitoraggio della qualità in tutte le sue fasi: tutti i dati vengono rilevati e analizzati periodicamente per verificare di raggiungere sempre il miglior livello qualitativo possibile, confrontandosi con gli standard italiani ed europei.
- Se il test di screening è positivo, la donna viene accompagnata lungo tutte le eventuali fasi successive, sempre gratuitamente. I professionisti dei vari servizi si riuniscono con regolarità per discutere i percorsi individuali più appropriati.
- Il programma è dotato di un protocollo che è stato studiato e condiviso dai migliori professionisti del settore, i quali periodicamente si riuniscono per aggiornarlo alla luce delle nuove evidenze scientifiche.
Il programma di screening coinvolge oltre un milione di donne, pertanto è altamente specializzato, attento alle innovazioni tecnologiche del settore, alla formazione e aggiornamento del personale, ai controlli di qualità.
Perché non si può attuare un programma di screening di popolazione per tutte le malattie?
Le condizioni necessarie per attuare un programma di screening sono:
- la malattia che si vuole identificare è un problema di salute pubblica che coinvolge un elevato numero di persone;
- esistono lesioni a rischio e/o stadi precoci nel corso dello sviluppo della malattia che si possono diagnosticare tramite screening;
- il trattamento effettuato durante lo stadio precoce della malattia comporta vantaggi (diminuzione di mortalità e/o di nuovi casi) rispetto al trattamento in uno stadio più tardivo;
- il test è accettabile dalla popolazione ed è inoltre gratuito, ripetibile, innocuo, facile da eseguire e di basso costo;
- esistono strutture sanitarie qualificate in grado di effettuare la diagnosi e la terapia.
Perché è bene ripetere gli esami di screening secondo l’intervallo consigliato?
L’intervallo proposto tra un esame e l’altro di screening è quello che garantisce il miglior equilibrio tra rischi e benefici secondo le attuali evidenze scientifiche. Intervalli troppo ravvicinati aumentano le probabilità di sovra-diagnosi e conseguente sovra-trattamento e non aggiungono sostanziali benefici, intervalli troppo lunghi aumentano il rischio di non individuare la malattia quanto più precocemente possibile.
Nel caso in cui il test precedente sia risultato negativo, è comunque indispensabile ripeterlo quando si viene chiamate nuovamente?
Il Pap-test, il test HPV e la mammografia sono esami che vanno ripetuti periodicamente anche se il precedente esito è risultato normale, in quanto è possibile ammalarsi successivamente.
L’esame va effettuato anche se non è presente alcuna sintomatologia?
Sì, in quanto nella fase iniziale il tumore del seno e del collo dell’utero possono essere presenti anche se la donna non ha alcun sintomo. In presenza di sintomi è bene rivolgersi subito al proprio medico di fiducia.
È possibile che lo screening dia risultati sbagliati?
Come per tutti gli esami, è possibile, anche se in piccola percentuale, che il test di screening dia falsi negativi (risultati normali in persone ammalate) e falsi positivi (risultati anormali in persone sane).
Cosa posso fare per ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno o al collo dell’utero?
Uno stile di vita sano (p. es. non fumare, non eccedere con l’alcool, fare attività fisica, avere una corretta alimentazione) può contribuire a ridurre il rischio di molte malattie, tra cui anche i tumori. Per il tumore del collo dell’utero è disponibile anche un vaccino (per informazioni:http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=31&area=Vaccinazioni). Inoltre, partecipare allo screening permette di individuare lesioni a rischio del collo dell’utero che trattate, o tenute sotto sorveglianza, riducono fortemente il rischio di sviluppare un tumore maligno.