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Il 28 settembre è la Giornata mondiale contro la rabbia. Una malattia tanto terrificante quanto antica, probabilmente la più antica di cui abbiamo notizie, e per secoli l’unica sulla cui origine animale fossimo certi. Un’infezione terribile e paradossale in grado di colpire praticamente tutti i mammiferi, anche se la principale causa di morti umane per rabbia è dovuta proprio all’animale amico dell’uomo per antonomasia: il cane. E’ una malattia che non si trasmette mai da uomo a uomo, e che di fatto continua a passare alla specie umana dagli animali. Una patologia che, come afferma l’OMS, se scoperta una volta che i sintomi siano già cominciati è tragicamente “mortale al 99%, ma prevenibile al 100%” qualora trattata subito dopo il contagio o addirittura eliminata dall’ecosistema tramite il vaccino: proprio per questo conoscerla, e sapere cosa fare qualora ci si trovasse a rischio di contrarla, può fare davvero la differenza.


LE AZIENDE SANITARIE FERRARESI. Anche l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (diretta dal dott. Marco Libanore) partecipa alla giornata mondiale contro la rabbia, fornendo informazioni e supporto a tutti coloro che hanno domande e curiosità da porre sull’argomento, soprattutto in rapporto all’enorme diffusione, nel nostro Paese, degli animali da compagnia e all’importante ripresa dei viaggi per turismo, dopo la pandemia da COVID.


“Di grande importanza – spiega il prof. Rosario Cultrera, Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive Territoriali dell’Azienda Usl di Ferrara - è la profilassi antirabica che si basa:

a) sulla lotta alle epidemie a livello animale;

b) sul prevenire l’esposizione umana all’infezione raccomandando di evitare i contati con animali selvatici o randagi, soprattutto se si comportano in modo insolito;

c) sulla vaccinazione preventiva rivolta a categorie di soggetti a particolare rischio di esposizione al contagio, come i veterinari, personale tecnico addetto ai canili o che frequenti ambienti dove è maggiore il rischio di circolazione del virus rabico.

Esiste un trattamento – prosegue il prof. Cultrera - post-esposizione da attuare prima dell’insorgenza dei sintomi con la detersione accurata della ferita con acqua e sapone e la immunoprofilassi mediante la somministrazione di immunoglobuline umane antirabiche. L’immunoprofilassi viene sempre associata alla somministrazione del vaccino che dà una protezione assoluta e immediata purché eseguite prima dell’insorgenza dei sintomi neurologici. Il cittadino nel sospetto di contagio animale può recarsi sia presso un Pronto Soccorso Ospedaliero che presso gli ambulatori di Malattie Infettive presenti sul territorio provinciale dove viene subito avviata la procedura che prevede la profilassi post-esposizione insieme alla segnalazione di caso sospetto in attesa dei risultati delle analisi di laboratorio e degli accertamenti veterinari sull’animale fonte”.


IL RUOLO DEL SERVIZIO IGIENE PUBBLICA DELL’AZIENDA USL DI FERRARA. Il Servizio Igiene Pubblica dell’Azienda Usldiretto dalla dott.ssa Clelia de Sisti - è in grado di offrire un ciclo vaccinale pre o post-esposizione in base alla necessità.

Vaccinazione pre-esposizione. Qualora un utente programmi un viaggio all’Estero o per lavoro, che comporta un’esposizione professionale al rischio di morsi (es. veterinari, boscaioli, addetti alla cura di animali, ecc) o per turismo, con possibilità di venire a contatto o con animali potenzialmente infetti, possono sottoporsi a vaccinazione preventiva prima della partenza. Il ciclo di vaccinazione antirabbico consiste in 3 dosi di cui la prima a tempo 0, la seconda dopo 7 giorno, la terza dopo 21 o 28 giorni dalla prima. Qualora sia necessaria un’immunizzazione rapida e si tratti di persona adulta, si possono effettuare le tre dosi nell’arco di una settimana (tempo 0, dopo 3 e dopo 4 giorni). Per valutare il rischio espositivo si può richiedere la consulenza per viaggi, prestazione gratuita, compilando il format reperibile al seguente indirizzo https://www.ausl.fe.it/argomenti/dedicato-a/aree-dedicate/viaggiatori-internazionali.

La vaccinazione è in genere a pagamento. Se necessaria, per esposizione professionale, sarà possibile il rimborso da parte del datore di lavoro.


Vaccinazione post-esposizione. Tutti i morsi da animale sono soggetti a denuncia obbligatoria da parte del medico a cui giunge in osservazione il paziente (Medico di Medicina Generale o un Medico di Pronto Soccorso). Il personale sanitario del Servizio Igiene Pubblica, a seguito del ricevimento della denuncia, contatta telefonicamente il paziente per approfondire alcune notizie.

Viene verificata contestualmente anche la protezione immunitaria nei confronti del Tetano. La raccolta di queste informazioni serve per valutare la necessità o meno di sottoporre a vaccinazione antitetanica e antirabbica la persona traumatizzata ed, eventualmente, di iniziare il percorso di immunizzazione. Il ciclo di vaccinazione antirabbica consiste in 5 dosi, riducibile a 4 dosi se si effettuano le prime due contestualmente in siti di iniezione differenti.


“Il Servizio – spiega la dott.ssa Annalisa Califano, Responsabile Unità Operativa Prevenzione e controllo malattie trasmissibili e vaccinazioni in età pediatrica e adulta dell’Usl di Ferrara - è inoltre a disposizione del cittadino che, a seguito di morso di animale nel corso di un viaggio in altra Regione o all’Estero, abbia iniziato il ciclo vaccinale e deve completarlo (in questi casi, scrivere all’indirizzo mail: vaccinazioniadulti@ausl.fe.it riportando i propri dati anagrafici e un recapito telefonico per essere contattati). Dovrà essere esibito il certificato vaccinale riportante le date di vaccinazione antirabbica eseguite presso altra sede, per poterle registrare nell’anagrafe vaccinale informatizzata dell’interessata/o”.


L’IMPEGNO DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA NELLA PREVENZIONE DELLA MALATTIA. La prevenzione nei confronti della rabbia si basa sulla lotta al randagismo, sul controllo degli animali morsicatori, sulla vaccinazione preventiva degli animali domestici che vanno o che provengano dall’estero, vaccinazione del serbatoio selvatico, oltre a misure precauzionali da adottare quando ci si trovi, anche con i propri animali domestici, in paesi o ambienti a rischio.


Lotta al randagismo. Con il termine randagismo canino si intende una complessa serie di situazioni connesse con l’abbandono dei cani o, comunque, con il loro vagare liberamente sul territorio. Il randagismo nella nostra regione non è un problema rilevante in quanto è praticamente assente: nel 2020 è stato stimato allo 0,22%.


Animali morsicatori. Alla luce della recente normativa europea, vista la favorevole situazione epidemiologica della malattia nel nostro paese, l’animale morsicatore non è più sistematicamente posto sotto osservazione sanitaria da parte del veterinario ufficiale in quanto un episodio di morsicatura non è sistematicamente considerato un sospetto di rabbia.

Il proprietario di un cane o un gatto (o altro mammifero) che ha morso un animale o una persona viene contattato telefonicamente da parte del Veterinario dell’Azienda USL al fine di una valutazione del rischio (verifica iscrizione all’anagrafe, eventuali soggiorni in zone a rischio, episodi pregressi…). Se del caso l’animale viene sottoposto a visita sanitaria, per escludere sintomatologia riferibile alla rabbia. Negli episodi di morsicatura cane/uomo, oltre alla eventuale visita sanitaria, viene effettuata una valutazione sulla corretta gestione dell’animale per valutarne il rischio di “aggressività”. Ogni episodio di morsicatura viene registrato su ARAA, Banca dati regionale degli animali d’affezione, con l’indicazione della persona morsicata, dell’animale morsicatore e del relativo proprietario, dell’esito della visita sanitaria e della valutazione del rischio di aggressività.


“Nel 2022 – evidenza la dott.ssa Paola Faggioli, Direttrice facente funzioni dell’Unità Operativa di Sanità Animale dell’Azienda Usl di Ferrara - in provincia di Ferrara sono stati gestiti 179 episodi di morsicatura, di cui 171 con visita sanitaria, mentre nel 2023, ad oggi i casi di morsicatura sono 104 con 92 visite sanitarie effettuate”.


Movimentazioni di animali da compagnia. Le norme relative ai movimenti aventi per oggetto gli animali da compagnia hanno l’obiettivo primario di prevenire l’introduzione della rabbia nel territorio dell’Unione Europea e si applicano agli animali da compagnia che provengono da un altro stato membro dell’UE o da un Paese Terzo, così come agli animali che escono dall’Italia verso un altro stato membro o verso un Paese Terzo per poi fare rientro in Italia.

Se ci si sposta con il proprio pet (cane, gatto, furetto) all’estero è necessario che l’animale sia: identificato con microchip, vaccinato nei confronti della rabbia; provvisto del passaporto per animali da compagnia secondo il formato europeo, rilasciato dall’UO Veterinaria. Molto importante da parte dei cittadini è essere attenti a seguire le indicazioni sanitarie in caso di viaggi all’estero con il proprio animale e non affidarsi a commercianti senza scrupoli per l’acquisto di un cucciolo che, spesso, si avvalgono di importazioni illegali da paesi esteri. Oltre a problematiche di benessere animale esiste un rischio sanitario di possibile introduzione nel nostro paese della rabbia.


“Nel 2022 – prosegue la dott.ssa Faggioli - l’Unità Veterinaria ha rilasciato a cittadini ferraresi 596 passaporti europei e 40 certificati per animali d’affezione diretti all’estero mentre ad oggi, nel 2023 sono stati rilasciati 430 passaporti e 26 certificati per export dei pet al seguito dei proprietari. Il Servizio è stato coinvolto anche nel controllo di cani e gatti al seguito di rifugiati provenienti dall’Ucraina, paese dove la rabbia è presente: sono state effettuate 39 visite sanitarie, 19 identificazioni mediante inoculazione di microchip, 18 vaccinazioni nei confronti della rabbia e 4 prelievi ai fini della titolazione anticorpale.


LA PATOLOGIA. La rabbia è una zoonosi, cioè una malattia infettiva provocata dal Rabdovirus, trasmessa dagli animali all’uomo, principalmente tramite il morso o il contatto di saliva infetta con una ferita aperta. Il virus una volta penetrato nel corpo umano raggiunge l’encefalo, risalendo lungo i nervi periferici alla velocità di 1 o 2 centimetri al giorno. Più il morso dell’animale infetto è vicino a questa importante destinazione (esempio morso al capo o al collo), più velocemente si evidenzieranno i sintomi della malattia: con una tempistica variabile da una settimana ad un anno. Il virus è infatti responsabile di una encefalite in grado di sovvertire i meccanismi fondamentali che controllano la salivazione, la deglutizione, il linguaggio, la respirazione e il movimento.

Louis Pasteur nel 1885 riuscì a mettere a punto il vaccino antirabbico, di fatto rendendo l’umanità in grado di prevenire una seconda malattia infettiva dopo il vaiolo. Il vaccino che sviluppò era così efficace da poter essere impiegato non solo per l’immunizzazione di persone e animali, ma anche come strategia di profilassi qualora un soggetto fosse stato da poco contagiato dal virus. Una procedura utilizzata ancora oggi, utile praticamente in tutti i casi in cui non siano già subentrati i sintomi. Non a caso, la Giornata Mondiale contro la Rabbia cade proprio il 28 settembre, giorno in cui Pasteur morì nel 1895: 10 anni esatti dopo aver elaborato il vaccino che ci ha reso in grado di resistere alla più temibile delle malattie infettive.


QUALCHE DATO. Proprio grazie alla vaccinazione, in Italia i decessi per rabbia sono passati dai 50-80 che si verificavano ogni anno, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, a nessun caso sin dai primi anni Settanta; anche se l’ultimo paziente deceduto per la malattia endemica in Italia risale già a qualche anno prima. Anche per quanto riguarda gli animali (selvatici e non) l’Italia è attualmente considerata indenne dal virus.

Per quanto lontana nel tempo e nello spazio possa sembrarci, la rabbia resta una malattia molto pericolosa e probabilmente non eradicabile, che può quindi in alcuni momenti ripresentarsi anche solo a causa degli spostamenti della fauna selvatica. Oppure che è possibile contrarre in viaggio, anche nelle sue complicanze estreme, come è accaduto nel 2019 ad un turista italiano deceduto per rabbia contratta a Zanzibar. L’OMS si è posta dunque un obiettivo ambizioso: quello di raggiungere l’assenza di decessi per rabbia nel mondo entro il 2030.


SE SI VIENE MORSI DA UN ANIMALE in una zona a rischio, bisogna lavare subito e abbondantemente la ferita, e raggiungere il più vicino Pronto Soccorso, illustrando l’accaduto e fornendo ogni informazione in proprio possesso sull’animale causa dell’incidente, in modo che i medici possano valutare il trattamento di profilassi.

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Ultimo aggiornamento

27-09-2023 11:09

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