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Ha presso il via, il 19 ottobre scorso, presso la Casa di Comunità “Cittadella S. Rocco” di Ferrara, con i primi quattro pazienti, il progetto “On Connect: oncologia territoriale della provincia di Ferrara” per la gestione di prossimità dei trattamenti oncologici. Il Progetto, coordinato dal prof. Antonio Frassoldati (Direttore del Dipartimento Oncoematologico interaziendale) si inserisce all’interno del più vasto orizzonte della “Rete oncologica ed emato-oncologica dell’Emilia-Romagna”.

Un’importante collaborazione che vede il coinvolgimento del Dipartimento di Cure primarie e degli Infermieri di Famiglia e di Comunità.


La rete oncologica regionale - spiega il prof. Frassoldati (nella foto) - prevede lo sviluppo di un’oncologia “di prossimità”, nella quale i trattamenti vengano portati il più vicino possibile alla residenza del paziente. Nella nostra provincia questa condizione è da tempo favorita dalla presenza di strutture oncologiche distribuite nel territorio. I Day Service Oncologici degli ospedali di Cento, di Lagosanto e di Argenta operano in stretto collegamento con il centro di riferimento dell’Oncologia Clinica dell’ospedale di Cona e permettono di erogare i trattamenti oncologici ai pazienti residenti nelle aree vicine, rappresentando anche il punto di accesso per pazienti con nuove diagnosi. Il progetto “On Connect” è mirato a dare ulteriore sviluppo all’oncologia di prossimità, estendendo i trattamenti oncologici - nel rispetto di principi di qualità e sicurezza - anche presso le strutture di primo livello della Rete Oncologica (Case ed Ospedali di Comunità), fino al domicilio dei pazienti. Un progetto che prevede di integrare altre importanti figure professionali, ed in particolare l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, che avranno il compito di sviluppare un monitoraggio proattivo dei trattamenti per favorire la massima aderenza alle cure e migliorare la gestione dei possibili effetti secondari, anche con l'ausilio di strumenti di telemedicina. In prospettiva, con la partecipazione al progetto del Medico di Medicina Generale, le terapie potranno sempre più avvicinarsi al domicilio del paziente, riducendo i disagi legati alla necessità di accedere all'ospedale. Per ogni paziente sarà possibile quindi definire non solo la terapia appropriata, ma anche la sede in cui la terapia possa essere eseguita al meglio”.


I presupposti dello sviluppo di un’oncologia territoriale, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Cure primarie, si basano infatti sulla consapevolezza che la lunga storia della malattia oncologica alterna momenti di acuzie, che devono essere obbligatoriamente gestiti all'interno dell'ospedale, a lunghe fasi di cronicità, nelle quali deve essere privilegiato un contesto di vita quotidiana, con bassa intensità di cura. La disponibilità di farmaci molto efficaci, somministrabili per via orale, e di altri endovenosi con bassa complessità di esecuzione, rende ulteriormente possibile un’organizzazione flessibile delle cure, in grado di coniugare i bisogni del paziente con quelli di gestione della terapia.

Ad oggi sono stati modulati i percorsi di trattamento presso la Casa di Comunità in un numero circoscritto di pazienti, ma si prevede che il numero aumenterà rapidamente, mano a mano che saranno rilavate, in ciascun paziente, le condizioni utili a questo regime di trattamento.

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Ultimo aggiornamento

23-10-2023 16:10

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