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Il 15 settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale per la consapevolezza sul linfoma con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di questa patologia. Anche i professionisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara si trovano in prima linea nella lotta a questi tumori che colpiscono il sistema immunitario.


L’incidenza di queste patologie sul territorio ferrarese – commenta il prof. Antonio Cuneo (nella foto), Direttore dell’Unità Operativa di Ematologia del Sant’Anna di Ferrara - è pari a circa 90 nuovi casi all'anno. Presso il Reparto che dirigo vengono seguiti periodicamente circa 1500 pazienti affetti da tale patologia. Questo avviene in stretta collaborazione con le Unità Operative di Anatomia Patologica, di Radiologia e Medicina Nucleare, per quanto riguarda la stadiazione (ovvero la determinazione dell’estensione della malattia) e con il Laboratorio Unico Provinciale ed il laboratorio specialistico di ematologia. Tutti i Reparti forniscono consulenze specialistiche in caso di complicanze. Una volta effettuata la stadiazione viene concordata con il paziente e i famigliari la migliore terapia, adattandola per quanto possibile alle esigenze personali. Durante il periodo in cui il paziente è in trattamento vengono gestite le eventuali complicanze mediante accesso diretto al Day Hospital dell’Ematologia. Al termine della terapia viene effettuata la valutazione della risposta (ristadiazione) e vengono pianificate le successive visite periodiche di controllo”.


I LINFOMI sono tumori causati dalla proliferazione incontrollata di linfociti, ovvero cellule che normalmente ci difendono dalle infezioni. Nel caso dei linfomi queste cellule acquisiscono mutazioni genetiche che determinano la loro crescita incontrollata nei linfonodi e, talora, in altri organi. I linfomi si suddividono in due grandi gruppi: il linfoma di Hodgkin ed il linfoma non-Hodgkin. Entrambe le forme si manifestano con ingrandimento dei linfonodi e a volte con sintomi quali febbre duratura, dimagrimento significativo, sudorazione notturna profusa, prurito intenso.


Nel linfoma di Hodgkin le moderne terapie sono incentrate sull’impiego della chemioimmunoterapia e, quando indicato, di agenti biologici che possono essere utilizzati prima o dopo il trapianto di midollo autologo. Nei pazienti affetti da questa patologia la guarigione si ottiene in un'elevata percentuale di casi.


Nei linfomi non-Hodgkin i trattamenti di prima linea (chemioimmunoterapia) e, se necessario, di seconda linea con terapie cellulari (trapianto di midollo, CAR-T cells) o biologiche (anticorpi monoclonali bispecifici di ultima generazione) hanno percentuali elevate di successo, variabili nelle diverse forme istopatologiche.

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Ultimo aggiornamento

14-09-2023 10:09

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