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Si svolgerà all’ospedale di Cona - nelle giornate di venerdì 27 e sabato 28 ottobre 2023 - il Corso Nazionale “SOS linfedema”. L’appuntamento scientifico è organizzato dal prof. Paolo Zamboni (nella foto), Direttore del Programma Malattie Vascolari dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara - Centro di riferimento regionale per il trattamento delle malattie venose e linfatiche - coadiuvato dal dott. Mirko Tessari (ricercatore presso il Servizio) e dall’Associazione nazionale pazienti “SOS Linfedema”, presieduta da Francesco Forestiere.
“Il corso – commenta il prof. Zamboni - nasce dalla constatazione che dobbiamo ripartire da un’attività formativa sul campo. Per questa ragione venerdì 27 ottobre abbiamo concentrato, nelle sale operatorie del Sant’Anna, i futuri specialisti di chirurgia vascolare, provenienti dalle scuole di specializzazione di tutta Italia. I giovani verranno formati in simulazioni di interventi. La mattina successiva, medici, infermieri e fisioterapisti verranno invece coadiuvati ad eseguire bendaggi complessi, necessari nella fase di decongestione dell’arto, una dei momenti più difficili nella gestione della malattia. Grande esperienza di crescita, infine, si avrà al pomeriggio del 28 ottobre nell’Aula Magna del Sant’Anna dove, con la collaborazione dell’Associazione “SOS Linfedema”, potranno intervenire i pazienti interagendo con i medici specialisti”.
LA PATOLOGIA. Il linfedema è una patologia cronica, ed ingravescente, che porta ad un esagerato ristagno di linfa nei tessuti, fino a far assumere agli arti un aspetto abnorme detto elefantiasi, che comporta disabilità per la relativa incapacità funzionale di utilizzare l’arto, oltre ad ovvie ripercussioni psicologiche e sulla qualità di vita. Se trascurato l'edema, ovvero il gonfiore, si indurisce e può comportare anche gravi infezioni.
Si stimano in Italia 2 milioni di malati. Il sesso più colpito è quello femminile, nella fascia d’età fra i 35 e i 45 anni, poiché molto spesso il linfedema insorge dopo l’asportazione di linfonodi, eseguita per sbarrare la strada alla diffusione di tumori come quello della mammella o il melanoma. In altri casi colpisce i bambini per un insufficiente sviluppo dell’apparato linfatico.