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Questi giorni offrono l’occasione per parlare di una patologia molta diffusa e di cui non si parla molto: la sepsi. Mercoledì 13 settembre è la giornata mondiale per la lotta alla patologia (World Sepsis Day).

Per sepsi si intende una grave risposta sistemica dell’organismo ad un’infezione solitamente batterica, associata alla disfunzione di uno o più organi e può arrivare a comprometterne la funzionalità; diventa shock settico quando a questa condizione si associa un importante calo della pressione arteriosa e il coinvolgimento degli organi vitali è più marcato.


“Le principali infezioni nosocomiali – evidenziano il prof. Carlo Alberto Volta – Direttore del Dipartimento Interaziendale Emergenza - e la dott.ssa Elisabetta Marangoni – Responsabile della Terapia Intensiva Universitaria - rappresentano un pericolo particolarmente significativo in Terapia Intensiva. Luogo dove i pazienti sono fragili, immunologicamente depressi ed esposti a molti dispositivi invasivi. Oltre l’80% dei pazienti ricoverati in questo reparto riceve antibiotici e anche presso la nostra Terapia Intensiva la sepsi e/o lo shock settico rappresentano circa il 60% del totale dei ricoveri. Questa percentuale rende ragione della rilevanza del problema settico a livello ospedaliero”.


Le infezioni batteriche rappresentano la maggiore causa di morbilità e mortalità nei reparti di terapia intensiva. Si ritiene che la percentuale di infezione sia 5-10 volte più alta di quella che invece si riscontra in altri reparti. I principali siti esposti al rischio di infezione sono l’apparato respiratorio, l’apparato urinario e le infezioni da catetere vascolare. La loro frequenza e la loro gravità potenziale rendono imperativa la prevenzione. Questa richiede una conoscenza precisa dei fattori coinvolti nel loro verificarsi. Essa si basa su tre elementi principali:

  1. misure generali di igiene, l'educazione e l'osservanza delle norme igieniche e la limitazione dell'esposizione a dispositivi invasivi;
  2. uso ragionato degli antibiotici;
  3. misure specifiche relative ai potenziali focolai.

Inoltre, le infezioni e la sepsi severa rappresentano oggi la principale causa di morte in Terapia Intensiva. “La prevenzione – proseguono i due professionisti - rappresenta l’elemento chiave nel limitare la comparsa e la diffusione delle infezioni nosocomiali. Nel corso del tempo si sono sviluppate innumerevoli e differenti strategie di prevenzione. Tuttavia non si può prescindere dalle misure igieniche di base: infatti è molto importante il ruolo delle mani degli operatori sanitari e dei familiari nella trasmissione delle infezioni. Da qui le numerose campagne di sensibilizzazione per la corretta igiene delle mani”.




Nella foto, da sinistra: Carlo Alberto Volta, Elisabetta Marangoni

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Ultimo aggiornamento

12-09-2023 11:09

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