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Il 15 marzo 2024 si celebra il “World Sleep Day”, la Giornata Mondiale del Sonno, un evento a cadenza annuale che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del sonno per la nostra salute. La giornata è supportata, in ogni parte del mondo, dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Associazione Italiana della Medicina del Sonno (AIMS).

Il sonno non è semplicemente un periodo di riposo, ma un processo fondamentale che coinvolge una serie complessa di meccanismi rigenerativi che riguardano sia il corpo che la mente. Durante il sonno, il nostro corpo è attivamente coinvolto in processi di riparazione, ricostituzione e consolidamento che sono cruciali per la nostra salute e il nostro benessere. Una buona notte di sonno può influenzare positivamente la nostra capacità di affrontare le sfide quotidiane, mantenere un umore equilibrato e promuovere un sistema immunitario sano. Inoltre, il sonno svolge un ruolo essenziale nella consolidamento della memoria e nell’apprendimento.


COSA FA IL S. ANNA. Presso l’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara (Direttore facente funzione, dott.ssa Daniela Gragnianiello) è attivo un Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura dei Disturbi del Sonno (Referenti, dott. Edward Cesnik e dott.ssa Elisa Fallica), attivo da oltre 20 anni. Si tratta di un Servizio specialistico di secondo livello, accessibile alla prenotazione su indicazione specialistica neurologica, pneumologica, otorino o internistica, dove i diversi disturbi del sonno possono essere correttamente diagnosticati e trattati. L’ambulatorio gestisce condizioni cliniche, tra cui sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, l’insonnia, l’ipersonnia e alterazioni comportamentali nel sonno che hanno vasta rilevanza epidemiologica nella popolazione ferrarese.


“Il “dormire bene” – evidenzia il dott. Cesnik - ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute del nostro cervello e nel prevenire le malattie cardio-metaboliche. Il sonno non è un fenomeno passivo ma un vero e proprio stato comportamentale, caratterizzato dalla sospensione temporanea dello stato di coscienza vigile. E’ una funzione biologica basilare, come l’alimentarsi e il respirare e, proprio per questo, il sonno esiste in tutti gli esseri viventi in forma più o meno evoluta. La deprivazione di sonno comporta un prezzo biologico e cognitivo. Per questo è importante riposare bene. Negli ultimi anni ha assunto una crescente importanza la terapia non farmacologica dei disturbi del sonno, che ha come punto di riferimento il concetto di “igiene del sonno”. Il decalogo del “buon dormitore” prevede, infatti, una serie di norme ambientali, dietetiche e comportamentali che possono avere un impatto positivo sul nostro sonno. Ad esempio vanno ridotti tutti gli stimoli fisici risveglianti e l’allontanamento di oggetti simbolo dell’attività di veglia; vengono sconsigliati il consumo di alcolici, tabacco e caffè nelle ore serali, oltre ai pasti ricchi di proteine che tendono a limitare l’assorbimento di triptofano, amminoacido precursore della serotonina. Viceversa, l’assunzione di zuccheri facilita l’assorbimento di quest’ultimo, favorendo il mantenimento del sonno. Le norme comportamentali sono fondamentali per una corretta igiene del sonno, alla base della “Cognitive-behavioral therapy” (CBT) nel trattamento dell’insonnia. La CBT ha come fine il migliorare la qualità del sonno percepito e ripristinare il senso di gestione dello stesso”.


Presso l’Unità Operativa di Pneumologia del Sant’Anna Cona (Direttore prof. Alberto Papi) è presente dal 2000 l’Ambulatorio dei Disturbi Respiratori nel sonno e dell’Insufficienza Respiratoria rivolto sia ai pazienti affetti da apnee ostruttive nel sonno (OSAS), sia a quelli con altre patologie (respiratorie e neuromuscolari che si complicano con l’insufficienza respiratoria) che devono essere trattate con ossigeno e/o con ventilazione domiciliare. Il Servizio si occupa di tutte le tappe dei disturbi respiratori del sonno (DRS): dalla diagnosi - mediante esecuzione di monitoraggio cardio-respiratorio completo (ovvero polisonnografia) - alla terapia e al follow up. Durante l’attività ambulatoriale (Referenti: dott.ssa Lucia Ritrovato e dott.ssa Anna Boniotti), si valuta la scelta della modalità di ventilazione (CPAP/BiPAP) per correggere le apnee e dell’interfaccia, - cioè del tipo di maschera (nasale o oronasale) più adatta per ogni paziente. Nel corso del follow up si tiene conto anche degli aspetti legati ad eventuali difficoltà nell’uso dei presidi ventilatori, presenza di sonnolenza residua, variazioni del quadro clinico e problematiche familiari o lavorative che possono influenzare l’aderenza alla terapia. Dal 2020 l’ambulatorio ha potenziato l’attività di Telemedicina sui pazienti affetti da OSAS in trattamento ventilatorio domiciliare, utilizzando il sistema di Telemonitoraggio e Televisita: attualmente sono qualche decina i pazienti OSAS in CPAP seguiti regolarmente in Telemedicina. L’istituzione del Percorso Diagnostico Terapeutico Interaziendale OSAS (PDTA OSAS), avvenuta nel marzo 2023, ha permesso un migliore coordinamento delle attività degli operatori sanitari coinvolti (Pneumologi, Otorinolaringoiatri, Neurologi, Dietologi) favorendo una corretta identificazione dei pazienti e una più completa impostazione terapeutica.


Le apnee ostruttive del sonno. La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (indicata anche con l’acronimo OSAS - Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è una patologia molto diffusa, caratterizzata da una ricorrente ostruzione (apnea) o subostruzione (ipopnea) delle prime vie aeree durante il sonno. Le apnee\ipopnee determinano una riduzione intermittente dell’ossigenazione del sangue quando le vie aeree sono ostruite. Le comuni conseguenze sull’organismo sono: alterazioni del ritmo cardiaco (bradi o tachi-cardia), picchi ipertensivi, frammentazione del sonno, attivazione del sistema nervoso simpatico. Nel lungo termine ciò porta ad un aumentato rischio di aritmie cardiache, malattie cardio e cerebro-vascolari, ipertensione (in particolare quella farmaco-resistente), disordini metabolici, disturbi cognitivi e depressione. A ciò si aggiungono i rischi legati all’addormentamento diurno, in particolare un rischio più elevato di incidenti stradali.

Si stima che nel mondo circa 1 miliardo di persone soffrano di OSAS e che le forme moderate o gravi (più di 15 episodi di apnea-ipopnea per ora di sonno) siano circa 425 milioni. In Italia si stima che la prevalenza dell’OSA (più di 5 apnee\ipopnee per ora di sonno) sia attorno al 20,5%, con un 15,5% di forme moderate-gravi. La prevalenza dell’OSA nella popolazione della Regione Emilia-Romagna, di età superiore a 35 anni, si aggira intorno al 35% negli uomini e il 17% delle donne. I casi che comportano sonnolenza diurna interessano fino all’11% degli uomini e il 5% delle donne. Attualmente, nel territorio ferrarese, sono circa 1300 le persone che sono seguite con presidi di ventilazione notturna, che rappresenta il tipo di intervento per contrastare l’insorgere e le conseguenze dell’ostruzione delle vie aeree, caratteristiche dell’OSAS. E’ stato stimato che per ogni Medico di Medicina Generale (circa 1500 assistiti) ci sarebbero circa 100 soggetti con OSAS di varia gravità.


L'INFERMIERE DI FAMIGLIA E DI COMUNITÀ PROMOTORE DELL'IGIENE DEL SONNO NELLE SCUOLE. Molte evidenze di letteratura e buone pratiche testimoniano che un processo di promozione della salute, orientato non solo alla prevenzione, ma alla creazione, nella comunità e nei suoi membri, di un livello di competenza (empowerment) sul miglioramento del benessere psicofisico è quello più efficace per promuovere l’adozione di stili di vita favorevoli alla salute. La scuola è un setting prioritario anche perché investire sul benessere dei bambini e dei giovani, in un approccio il più possibile olistico, avrà un riflesso nel futuro, promuovendo il percorso di crescita di adulti responsabili e consapevoli.

In questo contesto si inserisce l’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFeC), un professionista con formazione universitaria specifica e con conoscenze e competenze specialistiche nell’area infermieristica delle cure primarie e sanità pubblica, che si occupa della promozione della salute, della prevenzione e della presa in carico, dal punto di vista infermieristico, delle persone nel loro ambiente di vita familiare e della comunità. L’attività educativa dell’infermiere di famiglia è stata inserita all’interno del catalogo aziendale "Scuole che promuovono salute" con interventi educativi riguardanti il tema di salute "Igiene del sonno", finalizzati alla conoscenza e all'approfondimento sui benefici e le criticità di un modello di riposo e sonno rivolti a studenti, insegnanti e genitori della Scuola Primaria, Secondaria di I e II grado".


I RITMI CIRCADIANI, regolati dall’alternanza luce e buio, organizzano la vita di ogni essere vivente. “Fra questi – mette in evidenza il prof. Roberto Manfredini, Direttore dell’Unità Operativa di Clinica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ed esperto di Cronobiologia - il sonno riveste un’importanza strategica, se si pensa che spendiamo un terzo della nostra vita dormendo. In una notte alterniamo diversi cicli di sonno, di circa 90 minuti ciascuno, organizzati in fasi: I-II (addormentamento), III-IV (sonno profondo) e REM (sogno). Di notte, mentre il corpo riposa, il cervello è invece particolarmente impegnato in molteplici attività, fra cui l’organizzazione del numero inverosimile di nuove informazioni che ogni giorno si accumulano, la loro catalogazione con attribuzione di gradi di importanza, la costruzione di nuove sinapsi per aumentare la capacità di immagazzinamento e di memoria, oltre all’eliminazione delle ‘scorie tossiche’. Queste attività sono svolte nel corso del sonno profondo, per cui il concetto di qualità del sonno ha sostituito quello, più aspecifico, di mera quantità. Studi recentissimi hanno anche messo in relazione le alterazioni quali-quantitative del sonno, anche con le patologie cardiovascolari. Alcuni fattori possono disturbare gli orologi interni che scandiscono i ritmi circadiani: cambio di fuso orario, lavoro a turni, eccesso di illuminazione notturna e cambio dell’ora. La notte fra sabato 30 e domenica 31 marzo sposteremo avanti di un’ora le lancette dell’orologio e dormiremo un’ora di meno. Sappiamo ormai che il cambio di primavera è quello meno tollerato dalle persone più sensibili (circa una su tre) con tutta una serie di problematiche nei giorni successivi, fra cui i disturbi del sonno fanno da padrone (insonnia notturna e sonnolenza diurna), oltre a calo di concentrazione, ansia, sbalzi del tono dell’umore. Per chi sa di soffrire il cambio dell’ora, alcuni semplici consigli: a partire da 5-6 giorni prima, anticipare di 30-60 minuti l’ora di andare a dormire, tenere la stanza oscurata, non usare la sera dispositivi elettronici (smartphone, computer, tablet) che hanno effetto bloccante sulla melatonina e, già dalla prima mattina con il nuovo orario, prendere almeno una buona mezzora di luce naturale”.


LA GIORNATA DEL SONNO 2024. Il tema di quest’anno è “Equità del Sonno per la Salute Globale” e nasce con l’intento di sottolineare l’importanza e garantire a tutte le persone, indipendentemente dalla loro posizione geografica, condizione socioeconomica o altro, l’accesso a un sonno di qualità. Durante la Giornata mondiale del sonno 2024 è importante riflettere sull’importanza di adottare pratiche che favoriscano un sonno di qualità. Ciò include la creazione di un ambiente di sonno confortevole e tranquillo, la promozione di una routine di sonno regolare e il mantenimento di uno stile di vita sano ed equilibrato.

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Ultimo aggiornamento

13-03-2024 11:03

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