Disturbi del comportamento alimentare
I Disturbi del comportamento alimentare, denominati anche disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), intesi come anoressia, bulimia, disturbi del comportamento alimentare con altra specificazione e il disturbo da alimentazione incontrollata, sono disturbi mentali a origine multifattoriale. Riguardano il cibo, il peso e il vissuto corporeo, influenzato da un’immagine fortemente distorta.
Nei DNA si intersecano problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socio-culturale e necessitano di trattamenti specializzati da parte di équipe che lavorano in modo integrato.
Tipicamente i DNA hanno l’esordio in età evolutiva e colpiscono maggiormente la popolazione femminile. Talvolta, questi disturbi sono associati a altre condizioni psicopatologiche (disturbi dell’umore, d’ansia, ossessivo-compulsivi, di personalità, abuso di sostanze).
Si tratta pertanto di disturbi gravi, con alto rischio di cronicizzazione e di mortalità (in particolare per quanto riguarda l’anoressia) o complicanze organiche rilevanti.
È importante l’intercettazione precoce dei disturbi per una maggiore efficacia del trattamento e una migliore prognosi; l’intervento nelle prime fasi del disturbo da parte dell’équipe multiprofessionale può avvenire grazie al contributo di pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, e di associazioni di volontariato, scuole e famiglie.
Il programma regionale
Da anni il servizio sanitario regionale garantisce la presa in carico e la cura di queste patologie, per le quali la risposta più efficace è il trattamento ambulatoriale, potenziato dal lavoro in rete e dall’integrazione con le cure residenziali e ospedaliere, dove operano equipe multidisciplinari di professionisti. La Regione ha definito un piano per sostenere i percorsi di cura, per il quale mette a disposizione ogni anno 820mila euro; risorse a cui si aggiungono quelle stanziate dal ministero della Salute.
Gli investimenti hanno consentito di assumere psicologi e dietisti in tutte le Ausl per strutturare le equipe multidisciplinari e di formalizzare il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale che garantisce uniformità di accesso e presa in carico dei pazienti, oltre che percorsi appropriati. Le Aziende inoltre sono state messe nelle condizioni di strutturare gli interventi a supporto delle famiglie con trattamenti psicoeducativi di gruppo o individuali per genitori e caregiver.
Il programma regionale garantisce:
- l'iter diagnostico-terapeutico più adeguato attraverso un approccio multidisciplinare;
- uniformità di accesso e presa in carico di pazienti minori e adulti con DNA nei diversi ambiti territoriali;
- percorsi appropriati con l’integrazione delle competenze coinvolte, sia nella fase di valutazione che in quella di trattamento;
- continuità degli interventi nella transizione dall’età evolutiva all’età adulta e nei passaggi dei livelli di cura (cure primarie, trattamento ambulatoriale, ambulatoriale specialistico, attività di riabilitazione psico-nutrizionale residenziale o in day hospital / day service, ricovero ospedaliero per emergenze metaboliche o psichiatriche);
- monitoraggio periodico del percorso terapeutico-assistenziale con particolare riferimento all’appropriatezza dei ricoveri in ambito ospedaliero e residenziale.
Il modello organizzativo: i PDTA
Il documento di consenso nazionale (ISS-2012) indica il trattamento ambulatoriale come livello di elezione per i DNA. Il modello organizzativo proposto dalla Regione Emilia-Romagna è quello dei programmi / PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) delle Aziende USL e delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, in una logica di rete tra servizi e con il cittadino al centro della cura (DGR 1298/09 RER) (166.43 KB). Prevede in ogni territorio provinciale un’équipe interdisciplinare come nucleo e centro unificatore del sistema di cura, ovvero come responsabile della continuità e coerenza dei trattamenti nei diversi setting/livelli di cura, nonché dei rapporti con i centri specializzati e con le strutture della rete dei servizi sanitari (psichiatrici e medici). Nel modello trovano integrazione funzionale la componente pubblica e quella privata accreditata.
Dove rivolgersi
La Giornata nazionale del fiocchetto lilla
La data del 15 marzo per la Giornata nazionale del fiocchetto lilla ricorda, per volontà dei suoi genitori, il decesso di una diciassettenne genovese morta il 15 marzo 2011 per le conseguenze della bulimia. Il simbolo del fiocchetto lilla ha origine in America e il colore è stato scelto perché combina il blu, simbolo di calma, e il rosso, simbolo di energia e passione: un dualismo che rappresenta la complessità e la conflittualità dei DNA.
Le associazioni di volontariato in Emilia-Romagna
- Puntoeacapo (PC)
- Cibo e Gioia (PR, RE, MO)
- Sulle Ali delle Menti (PR e Ravenna)
- Briciole (RE)
- Casina dei Bimbi (RE)
- FANEP (BO, MO)
- KAIROS il tempo dei cambia-menti (FE)
- Volo Oltre Onlus (Cesena)
- Il tempo delle ciliegie (Riccione)
Per approfondire
- All'interno di Sestante n. 00 "Il programma regionale per i Disturbi del comportamento alimentare: dalla definizione dei modelli alla valutazione degli esiti"
- Dossier n. 240/2014 - Programma regionale per i disturbi del comportamento alimentare. Contributi 2009-2012 (
2.03 MB)
- Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione - sito del Ministero della salute
- Raccomandazioni per i familiari - Ministero della salute