Coronavirus, salgono a 19 i casi di positività in Emilia-Romagna: 16 a Piacenza, 2 a Parma e 1 a Modena, tutti riconducibili al focolaio lombardo
Bologna - Salgono a 19 i casi positivi al Coronavirus in Emilia-Romagna, gli ultimi due dei quali riscontrati a Piacenza: si tratta di due operatori dell’ospedale cittadino venuti a contatto con un paziente positivo ricoverato. Complessivamente, dunque, le persone risultate positive al tampone su tutto il territorio regionale sono 16 a Piacenza, 2 a Parma e 1 a Modena. Tutti riconducibili al focolaio lombardo.
Grazie al lavoro svolto dall’intero sistema sanitario, è stato possibile ricostruire per ognuno il percorso epidemico, e pertanto tutti i contagi hanno provenienza nota, che porta sempre al primo anello della catena, quella del basso Lodigiano.
Più controlli e numero verde
Questo l’aggiornamento sul numero di contagiati e sulle misure adottate per contrastare e contenere la diffusione del virus sul territorio regionale, fatto oggi in Regione, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, che ha anche annunciato il numero verde regionale, 800.033.033, attivo da domani e a disposizione delle persone che potranno chiamare per avere informazioni e indicazioni sul comportamento da tenere in presenza di sintomi sospetti.
E da giovedì ai due laboratori finora operativi per l’esame dei tamponi – il Crrem del Sant’Orsola di Bologna e quello dell’Università di Parma, per i quali è stata rafforzata l’operatività con l’acquisto di ulteriori tecnologie – si aggiungerà quello di Pievesestina (Cesena), in capo all’Ausl Romagna.
Secondo il principio della massima precauzione, non solo in Italia ma anche in Emilia-Romagna si sta eseguendo un elevato numero di tamponi (oltre mille in regione), e l’indicazione sul territorio regionale è quella di effettuare tamponi e di eseguire una tac del torace a tutte le persone ricoverate con polmonite interstiziale. Inoltre, questa sera a Piacenza sarà aperto il presidio medico avanzato a protezione degli operatori, che servirà a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.
“Stiamo cercando di fare tutto il possibile per contrastare la diffusione del Coronavirus- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- adottando misure precauzionali che ci chiamano, tutti quanti, a fare la nostra parte, collaborando in un impegno che sia collettivo, dell’intera comunità regionale. Senza cedere ad allarmismi o panico di sorta: è in atto la piena collaborazione con il Governo, le autorità sanitarie nazionali, la Protezione civile, la comunità scientifica, le altre Regioni, i sindaci e ci sono tutte le condizioni per uscirne insieme, grazie a un lavoro di squadra nel quale l’Emilia-Romagna ha già dato prova più volte di riuscire a fare bene e con efficacia. Sono peraltro orgoglioso del lavoro che stanno facendo tutte le strutture, i professionisti, gli operatori coinvolti nella gestione di questa vicenda. La Regione Emilia-Romagna garantirà l’effettuazione di ogni intervento ritenuto utile perassicurare a tutti per garantire la tutela della salute pubblica e la migliore qualità delle prestazioni fornite ai cittadini”.
“Stiamo lavorando a pieno regime, e finora con buoni risultati- ha affermato Venturi-. Essere riusciti a ricostruire tutto il percorso epidemiologico delle persone contagiate è importantissimo, e siamo fiduciosi di poter continuare su questa strada, anche intensificando i controlli e i tamponi. Non abbiamo nessun nuovo contagio di cui non ci spieghiamo la provenienza, e questo è positivo. Voglio quindi ribadire e invitare tutti i cittadini, per quanto possibile, a non farsi prendere dal panico e da inutili allarmismi. Ma voglio anche dire che non avremo nessuno scrupolo a denunciare chi sta diffondendo delle fake news: è un comportamento infame quello di seminare terrore nelle persone”.
I casi di Coronavirus in Emilia-Romagna
I 16 casi di Piacenza riguardano tutte persone venute in contatto con malati (o perché parenti o perché operatori sanitari); dei due contagiati a Parma, una è una donna cha a Codogno assisteva la madre ricoverata in ospedale, l’altro un uomo che si era recato a ballare nel paese lombardo. L’unico caso di Modena, infine, riguarda un operatore edile che ha frequentato per 2-3 settimane i luoghi infetti e anche in questo caso è venuto in contatto con una persona malata.
I provvedimenti assunti
Tra i provvedimenti ricordati dall’assessore, il testo, trasmesso dalla Regione alle Prefetture, con i chiarimenti applicativi dell’Ordinanza emanata ieri dal ministero della Salute e dal presidente della Regione, che resterà in vigore fino a domenica 1^ marzo. Viene dato lo stop a tutte le manifestazioni e le iniziative che, comportando l'afflusso di pubblico, esulano dall'ordinaria attività delle comunità locali. Le autorità territoriali competenti potranno disporre ulteriori prescrizioni, in ragione di particolari esigenze delle comunità locali
Previsti anche specifici incontri in assessorato con farmacisti, medici di base e pediatri di libera scelta, alcuni dei quali già fissati, per fare il punto della situazione ed esaminare insieme problemi e criticità; l’assessorato è al lavoro, inoltre, per esaminare il tema della protezione degli operatori sanitari nelle carceri.
Pronte 1 milione di mascherine per gli operatori
Intanto la Regione ha reperito 1 milione di mascherine chirurgiche da utilizzare negli ospedali e negli ambulatori, a cui se ne aggiungeranno 500mila a settimana dalla prossima settimana, che saranno distribuite nei territori agli operatori sanitari. A questo proposito, l’assessore ha ricordato che è stato chiesto al Dipartimento di protezione civile, con cui la Regione è in costante contatto, di intervenire per aumentare la produzione nazionale dei presidi più sofisticati di protezione individuale per gli operatori, come mascherine, calzari, cuffie.
“Ringrazio ancora una volta tutti gli operatori, dalla sanità alla Protezione civile, che stanno lavorando con il massimo impegno per affrontare questa emergenza- ha concluso Venturi-. Stiamo operando a stretto contatto con il Ministero della Salute e il Dipartimento nazionale di Protezione civile e da domani ci sarà un coordinamento tra i presidenti delle Regioni e il ministero per concertare ancor più le misure da adottare”.