Il Policlinico Sant'Orsola, con le unità operative dell'Ospedale Maggiore di Bologna Chirurgia toracica e Chirurgia A e d'urgenza, diventa IRCCS
Due gli ambiti per i quali è stato ottenuto: assistenza e ricerca nei trapianti e nel paziente critico e gestione medica e chirurgica integrata delle patologie oncologiche. Salgono a 5 gli Istituti di ricovero e Cura a Carattere Scientifico dell'Emilia-Romagna, questo il primo interaziendale
Si aprono le porte a nuovi finanziamenti e ulteriori reti di collaborazioni scientifiche. Bonaccini: "Orgogliosi per uno straordinario risultato, al tempo stesso un punto d'arrivo e di partenza per la sanità di questa regione, che vogliamo sempre di più al servizio di cittadini e territori e punto di riferimento nazionale e internazionale". Donini: "Traguardo raggiunto grazie a un eccellente lavoro di s quadra iniziato a fine 2018". Barigazzi: "Grande opportunità per tutta la rete metropolitana". Ubertini: "Premiata e rafforzata la vocazione di un'assistenza di altissima qualità". Gibertoni: "Un bel segnale di ripartenza, motivo di ulteriore stimolo per il futuro e passo concreto verso l'integrazione"
Bologna, 18 giugno 2020 - Il Policlinico Sant’Orsola, insieme a due unità operative dell’Ospedale Maggiore di Bologna, Chirurgia toracica e Chirurgia A e d’urgenza, diventa IRCCS, il primo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico interaziendale dell’Emilia-Romagna, coinvolgendo sia l’Azienda Ospedaliero-Universitaria che l’Azienda Usl: il via libera è arrivato oggi a Roma dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il riconoscimento conclude il percorso avviato a fine 2018 dalla Regione assieme alle due Aziende sanitarie, al Comune e all’Università, ed è stato ottenuto per due ambiti di ricerca, rispetto ai quali Bologna rappresenta già un punto di riferimento a livello nazionale e non solo: l’assistenza e ricerca nei trapianti e nel paziente critico e la gestione medica e chirurgica integrata delle patologie oncologiche.
Con questo nuovo ingresso, salgono così a cinque (quattro pubblici e uno privato), gli IRCCS dell’Emilia-Romagna, che si conferma polo d’eccellenza, all’interno del sistema nazionale e internazionale, per la ricerca clinica e sperimentale, l’assistenza altamente specializzata ai pazienti e la formazione: Istituto Ortopedico Rizzoli (Ior) di Bologna, Istituto delle Scienze neurologiche (Ospedale Bellaria, all'interno dell'Azienda Usl di Bologna), Istituto in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia (Azienda Usl di Reggio Emilia), e Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori-IRST di Meldola (privato).
Per la sanità dell’Emilia-Romagna ciò testimonia la capacità di integrare assistenza e ricerca e permette di accedere a nuovi, consistenti finanziamenti. Per i pazienti con patologie molto complesse che già oggi, da tutta Italia e non solo, vengono curati in questi ospedali, significa poter contare su protocolli sperimentali e ricevere i trattamenti più innovativi. Per i professionisti,sviluppare ulteriormente l’attività di ricerca anche entrando a far parte di reti internazionali.
La presentazione alla stampa è stata fatta oggi in videoconferenza,s ubito dopo l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, con collegamenti da Roma e da Bologna, da Stefano Bonaccini, presidente della Regione e della Conferenza delle Regioni; Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute; Giuliano Barigazzi, assessore comunale alla Sanità e Welfare e presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana di Bologna; Francesco Ubertini, rettore dell’Università di Bologna; Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna e commissario straordinario dell’Ausl Bologna.
Dichiarazioni
“Un altro, straordinario riconoscimento per la sanità di questa regione, che vuole essere sempre di più al servizio di cittadini e territori e punto di riferimento a livello nazionale e internazionale- ha commentato il presidente Bonaccini-. Per il nostro servizio sanitario, che già oggi coniuga la capacità di fare ricerca a prestazioni assistenziali di alta qualità anche grazie agli Irccs su cui può già contare, questo è un traguardo e al tempo stesso un punto di partenza. Si aprono le porte a nuovi finanziamenti e alla possibilità di collaborare con altri istituti di ricerca nel mondo, e pazienti con patologie complesse potranno partecipare ai progetti di ricerca più avanzati e quindi essere curati nel migliore modo possibile. Siamo orgogliosi e soddisfatti per il risultato raggiunto, ma anche pronti per affrontare le nuove sfide che questo riconoscimento porta con sé, a partire dal percorso di integrazione della sanità bolognese”.
“Abbiamo raggiunto questo obiettivo grazie a un eccellente lavoro di squadra- ha affermato l’assessore Donini-. E insieme sapremo affrontare anche le complessità che ci attendono con il riconoscimento di questo nuovo Irccs: una complessiva riorganizzazione dell’attività di servizio alla ricerca per supportare i ricercatori e massimizzare i risultati e l’ulteriore innovazione dei percorsi clinico assistenziali, per garantire l’ottimale gestione di pazienti sempre più complessi. La Regione non farà mancare il proprio supporto, e continuerà ad investire su innovazione, tecnologia, strutture e - soprattutto - sul personale, la risorsa più importante su cui la nostra sanità può contare, come anche l’emergenza Coronavirus ha dimostrato”.
“Un lavoro di squadra lungo e articolato ha portato a questo importante risultato- ha dichiarato il rettore Ubertini-. Desidero manifestare tutta la mia soddisfazione per questo straordinario traguardo che premia e rafforza per il Policlinico Sant’Orsola la vocazione di una assistenza di altissima qualità, coniugata con una ricerca d’avanguardia sul versante nazionale e internazionale. Il mio primo pensiero e il mio grazie vanno quindi ai tanti che hanno contribuito. Abbiamo messo a punto una visione complessiva di cui quella annunciata oggi rappresenta una tappa. Un altro importante tassello di questo percorso sarà la progressiva integrazione universitaria nella componente territoriale, visto che è qui che si giocheranno le sfide più importanti della sanità del futuro, come ci insegna anche l’esperienza della lotta al Covid-19”.
“È una notizia importante perché indica la strada di un futuro polo di riferimento nazionale per la ricerca traslazionale e la didattica- ha aggiunto l’assessore Barigazzi-. Mi rende felice che giunga adesso, dopo aver superato la fase più critica dell'emergenza sanitaria causata dalla pandemia. Un segnale di ripartenza potente per Bologna ma non solo. Come presidente della Ctssm ritengo infatti che questa sarà un'opportunità non solo per lo stesso Policlinico di Sant'Orsola, ma per tutta la rete metropolitana. E un ulteriore passo, per cui lavoriamo con convinzione, verso una sempre maggiore integrazione tra le aziende sia all'interno delle reti ospedaliere che sul territorio”.
“L’approvazione ad Irccs da parte della Conferenza Stato-Regioni è una notizia che rincuora ed è un segnale di ripartenza per tutta la comunità professionale di Bologna, che ha affrontato con grande competenza, professionalità e generosità questo impegnativo periodo- ha affermato Chiara Gibertoni-. È il raggiungimento di un traguardo per il quale si è lavorato convintamente per più di un anno. Il nuovo Irccs segna la strada che porterà Bologna ad avere un ruolo da protagonista a livello nazionale e internazionale nel mondo della ricerca applicata e al trasferimento dei risultati scientifici sul piano clinico ed assistenziale. L’Irccs rafforzerà ulteriormente la vocazione per la ricerca sanitaria di Bologna, che già oggi si colloca ai primi posti a livello nazionale. Ringrazio tutti i clinici che con il loro lavoro di anni hanno permesso al Sant'Orsola di diventare il centro di riferimento per l'assistenza e la ricerca che oggi riceve questo riconoscimento, motivo di ulteriore stimolo e sviluppo per il futuro. È anche un segnale concreto nella direzione dell'integrazione perché entrano a far parte dell'Irccs due unità operative dell'Ospedale Maggiore, primo nucleo per future ulteriori integrazioni. Bologna poi è già sede di due Irccs con i quali si creeranno forti sinergie per l’attrattività del polo bolognese, tanto nei confronti di fondi pubblici e privati che verso talenti ed alte professionalità. L’Irccs- ha concluso Gibertoni- rappresenta infine anche una sfida e un impegno per una complessiva riorganizzazione dell’attività di supporto alla ricerca orientata a tutta la comunità sanitaria di Bologna”.
Bologna già centro di riferimento clinico assistenziale e di ricerca
Il riconoscimento conferma come Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentino, a partire dagli ambiti per i quali è stato ottenuto l’Irccs, un punto di riferimento clinico-assistenziale e di ricerca a livello nazionale e non solo. All’interno del Policlinico Sant’Orsola sono presenti numerose funzioni e centri di riferimento ad alta complessità relativi a questi ambiti, in particolare: trapianto d’Organo (cuore, polmone, intestino isolato, multiviscerale, fegato rene pediatrico e adulto) e di midollo adulti e pediatrico; cardiochirurgia adulti e pediatrica; centro Ecmo (Extra Corporeal Membrane Oxygenation); centro di riferimento regionale per l'insufficienza intestinale cronica benigna; centro di riferimento regionale per la diagnosi e il trattamento delle malattie croniche intestinali; centro di riferimento regionale per il trattamento della neoplasia ovarica; centro unico regionale per terapie CAR-T; nefrologia pediatrica per la gestione del paziente con insufficienza renale cronica; immunogenetica e genetica molecolare.
L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna è inoltre riconosciuta come unità partecipante a 5 reti Ern (European Reference Network), relativamente ai tumori solidi rari negli adulti, alle malattie respiratorie, alle condizioni endocrine, alle malattie della pelle e alle malformazioni congenite e disabilità intellettuali rare. Non solo, perché negli ambiti di riconoscimento Irccs nel triennio 2016-2018 per l’attività di ricerca sono stati ottenuti oltre 3milioni e 800mila euro di finanziamenti, condotti 141 studi clinici sperimentali con quasi 5.900 soggetti arruolati, di cui 7 studi sperimentali condotti da Ematologia, Oncologia e Oncoematologia Pediatrica.