Il Centro regionale di riferimento per i trapianti dell'Emilia-Romagna è e resta all'Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna
Bologna - La delibera della Giunta regionale su ‘Disposizioni in ordine alla funzionalità della rete donativo-trapiantologica regionale’ (numero 409 del 29 marzo scorso) non modifica l’attuale organizzazione regionale e non prevede alcuna modifica in merito al ‘Centro Regionale di riferimento per i Trapianti dell’Emilia-Romagna’.
L’atto conferma infatti la presenza e il ruolo del Centro quale organismo operativo-gestionale della Regione per la specifica funzione donativo-trapiantologica e la sua istituzione e collocazione all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna (così come previsto dalla delibera regionale 2286 del 1999).
Con la delibera di tre giorni fa è invece stato sospeso esclusivamente il Programma regionale ‘Percorsi innovativi per il potenziamento della rete trapiantologica regionale e trapianti sperimentale’ e revocata la costituzione dell’Unità operativa complessa “Centro di Riferimento regionale per l’innovazione della rete trapiantologica”. Decisione conseguente al mancato avvio del Programma e alla necessità di effettuare una verifica del percorso e degli assetti in essere, nella perdurante emergenza sanitaria, anche alla luce del recente riconoscimento dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna come IRCCS nelle discipline di ‘Assistenza e Ricerca nei trapianti e nel paziente clinico’ e ‘Gestione Medica e Chirurgica integrata delle patologie oncologiche’, nonché del trasferimento del professor Antonio Pinna, che doveva promuovere, con le sue peculiari competenze, tali attività.
La sostanziale omonimia con il Centro regionale trapianti ha portato qualcuno a pensare, sbagliando, che fosse il ‘Centro Regionale di riferimento per i Trapianti dell’Emilia-Romagna’ ad essere soppresso, ma così non è.
Resta comunque pienamente confermata la volontà da parte della Regione di rafforzare e innovare la rete e l’offerta trapiantologica dell’Emilia-Romagna, attraverso il confronto con il Gruppo di Lavoro multidisciplinare che prevede la presenza del Responsabile del Centro regionale di riferimento per i trapianti e dei rappresentanti clinici dei diversi centri di trapianto regionali.