Covid. L'andamento dell'epidemia in Emilia-Romagna: la relazione dell'assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini
"Situazione significativa e molto impegnativa soprattutto a causa della variante inglese. Continueremo ad aumentare i posti letto negli ospedali e a potenziare le attività di presa in carico dei pazienti anche attraverso le Usca, ma chiediamo ai cittadini la massima prudenza e il rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza"
Bologna, 9 marzo 2021 - L’andamento dell’epidemia, con i dati aggiornati a ieri (8 marzo) sui contagi (57.018 malati in corso, 41 anni l’età media, 214.771 guariti e 10.827 decessi) e il numero complessivo di tamponi effettuati, più di 4 milioni; la risposta delle strutture ospedaliere, con il 90% dei posti di terapia intensiva e l’84% di posti letto ordinari Covid occupati, nonostante il piano di rafforzamento della rete, che in poco più di un anno ha permesso di aumentare, considerando solo le terapie intensive, del 70% i posti letto da Piacenza a Rimini.
E poi il massiccio piano di assunzioni di personale sanitario effettuato dalla Regione, 8.834 da inizio pandemia, e il punto sugli investimenti per la ricerca in Emilia-Romagna, tra cui 290 studi ai quali hanno partecipato 542 centri clinici finanziati principalmente dalle Aziende sanitarie.
E ancora, tutte le misure introdotte per contenere i contagi e l’avanzamento della campagna vaccinale, che da lunedì 15 marzo sarà estesa a un’ulteriore fascia di popolazione: i patologici gravi e i cittadini tra i 75 e i 79 anni.
Questo il quadro complessivo della situazione Covid-19 in Emilia-Romagna, illustrato oggi in Assemblea legislativa dall’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini.
“La situazione epidemiologica è significativa e molto impegnativa, soprattutto a causa della diffusione della variante inglese, con elementi di preoccupazione principalmente rispetto a Bologna- ha sottolineato Donini-. Continueremo ad aumentare i posti di reparti Covid e di terapia intensiva per reggere a questa nuova ondata epidemica, ma al contempo a potenziare le attività di presa in carico dei pazienti Covid sul territorio, grazie anche all'azione delle Usca. Accanto a questo- ha aggiunto l’assessore- raccomandiamo la massima prudenza ai cittadini, innanzitutto indossando la mascherina e riducendo al massimo gli spostamenti e gli incontri nel rispetto più rigoroso dei protocolli di sicurezza, perché la variante inglese è molto più capace di diffondersi e di contaminare anche fasce di popolazione che il ceppo originario del virus solitamente non riusciva ad infettare”.
La situazione epidemiologica all’8 marzo
I malati in corso sono 57.018 (età media 41 anni); i guariti 214.771; i decessi 10.827. Le ultime 2 settimane di febbraio hanno registrato una crescita consistente dei casi per 100mila abitanti, passati da 254,2 nella settimana dal 15 al 21, a 372,7 in quella dal 22 al 28 febbraio; il totale, 626,9, ha superato abbondantemente la soglia critica di 500 casi su 100mila abitanti. Ad oggi il dato, non ancora consolidato, per la settimana scorsa (1-7 marzo) è pari a 358,5 casi per 100mila abitanti.
Per quanto riguarda i contagi in ambito scolastico, prima della recente chiusura su larga parte del territorio regionale, si registravano 493 focolai attivi, 2.528 dal 14 settembre 2020. Oltre 6mila casi in febbraio, contro i 3.614 di gennaio, con un incremento del 60%; in particolare: da 0-3 anni: 378 (+ 176 personale); nelle scuole d’infanzia: 260 (+ 112 personale); nelle primarie I° grado: 1.704 (+ 264 personale); nelle secondarie di I° grado: 1.144 (+99 personale); nelle secondarie di 2° grado: 1.513 (+ 173 personale).
Circa del 60% la percentuale delle varianti del virus in circolazione a livello regionale, con l’assoluta prevalenza di quella inglese. Oltre 4 milioni, esattamente 4.106.632, i tamponi effettuati da inizio pandemia, tra molecolari (3.550.630) e antigenici (556.002).
Posti letto
Per reggere all’urto della pandemia, la Regione ha realizzato un robusto piano di rafforzamento della rete ospedaliera, a partire dai posti letto di terapia intensiva, passati dai 449 di fine 2019 ai 760 di oggi, di cui 605 permanenti e 155 temporanei. Aumentati quindi, in soli 14 mesi, del 70%.
Lo stato di occupazione. Con aggiornamento all’8 marzo, dei 333 posti di terapia intensiva dedicati a pazienti Covid, ne risultano occupati 286 - con un incremento di 50 nell’ultima settimana - che rappresentano il 90% del contingente riservato appunto a questa patologia, nell’ambito della rete regionale che può contare su 760 posti letto complessivi di Ti.
2.563 su 3.046, quindi l’84%, i posti letto ordinari Covid occupati negli ospedali pubblici, con un incremento di 450 ricoveri sempre nell’ultima settimana. Nel privato accreditato risulta occupato il 54% dei posti Covid ordinari, in numeri assoluti 460 su 837; qui l’incremento dei ricoveri nell’ultima settimana è stato di 155. Considerando il periodo 20 febbraio-8 marzo, l’occupazione delle terapie intensive è stata del 37,6%, con la soglia critica indicata dal ministero superata il 28 febbraio; per i posti letto ordinari Covid, l’occupazione è stata del 47,2%, e la soglia critica superata il 2 marzo.
Proprio per fronteggiare la situazione critica delle strutture ospedaliere, da ieri e sino all’instaurarsi di scenari epidemiologici più favorevoli, è stata decisa la sospensione delle attività di ricovero programmate procrastinabili in tutte le Aziende sanitarie della regione, naturalmente rimangono sempre garantite le urgenze.
Assunzioni in sanità e Usca
Da inizio pandemia, sono state effettuate 8.834 assunzioni, da Piacenza a Rimini, di cui: 1.488 medici; 4.598 infermieri; 1.715 operatori sociosanitari; 1.022 altro personale. L’obiettivo, ribadito dallo stesso assessore, è quello di stabilizzarli tutti, considerato che il requisito necessario per la stabilizzazione sono 3 anni di anzianità.
L’Emilia-Romagna è stata inoltre una delle prime regioni ad attivare le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale: vere e proprie “squadre” formate da medici di famiglia (medici di assistenza primaria e pediatri di libera scelta), specialisti, specializzandi e infermieri con un compito ben preciso: individuare e assistere, al proprio domicilio, le persone affette da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. A loro il compito di eseguire non solo i tamponi, ma anche elettrocardiogrammi, ecografie polmonari, somministrazione di terapie farmacologiche, visite alle residenze anziani e triage telefonici. 236.851 le prestazioni erogate; 85 quelle operative attualmente, con 567 medici e 95 infermieri e Oss.
Il punto sulle cure e la ricerca
I farmaci e gli studi clinici in corso in Italia per combattere l’infezione da SARS-CoV2 (Covid-19) sono: antivirali, chinine e chinoline, anticorpi monoclonali, Inibitori della protein-chinasi JAKs (JAK1 e JAK2) e altri farmaci (eparine a basso peso molecolare, eparina non frazionata.
Sul fronte della ricerca, principalmente finanziata dalle Aziende sanitarie, in Emilia-Romagna sono stati avviati 290 studi ai quali hanno partecipato 542 centri clinici; presentati 17 trial clinici su diversi farmaci: Colchicina, Enoxaparina, Tocilizumab, Sarilumab, Emapalumab, Ruxolitinib, Canakinumab, Idrossiclorochina, Remdesevir, Steroidi; avviato lo studio regionale/nazionale sul plasma
La campagna vaccinale
Quasi 500mila (492.753) le somministrazioni di vaccino effettuate: 336.217 prima dose e 156.536 seconda dose, numero quest’ultimo che corrisponde alle persone già immunizzate. Per quanto riguarda il tipo di vaccino utilizzato, 433.694 sono somministrazioni Pfizer, 17.217 Moderna, 41.842 Astrazeneca, di cui 33.436 effettuate dai medici di medicina generale al personale scolastico. Ad oggi l’Emilia-Romagna è la regione che più ha vaccinato, assieme al Lazio, le persone più fragili o esposte, quindi gli over 80 e gli operatori sanitari.