La Regione istituisce un coordinamento regionale per l’attivazione del numero unico per le emergenze 112
Entro il 2023, 90 operatori filtreranno le telefonate e le indirizzeranno correttamente in meno di due minuti
Il numero unico 112 accentrerà le telefonate indirizzate a Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, Soccorso sanitario, Capitaneria di porto e Guardia costiera, filtrerà quelle non urgenti e smisterà correttamente le altre
Un coordinamento regionale per la realizzazione sul territorio dell’Emilia-Romagna del servizio “Numero Unico di Emergenza Europeo 112”.
Istituito formalmente nei giorni scorsi dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, il coordinamento sarà simbolicamente annunciato oggi a Parma, nel corso della commemorazione delle vittime dall’incidente di volo che nel 1990 portò alla scomparsa dell’equipaggio dell’elisoccorso Charlie Alpha.
Il coordinamento, che avrà il compito di raccordare e indirizzare le azioni aziendali per l’attivazione del numero unico 112, avrà sede presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e sarà guidato da Antonio Pastori, dirigente della Centrale operativa 118 Emilia Ovest – Elisoccorso dell’ospedale parmigiano.
Pastori dovrà portare a regime il nuovo servizio, con il supporto delle Aziende sanitarie regionali: da un punto di vista organizzativo, Parma avrà il compito di acquisire e organizzare il personale necessario, nonché curare la gestione economica e amministrativa del progetto.
Il numero unico europeo 112 in Italia
L’Unione Europea ha previsto l’obbligo per gli stati membri di assicurare l’accesso ai servizi di soccorso digitando il numero 112 con una direttiva che risale al 2002. A ogni Stato è lasciata la libertà di mantenere altri numeri da affiancare al 112. Attualmente il modello delle Centrali Uniche di Risposta (CUR) copre circa il 70% della popolazione italiana.
Il modello organizzativo italiano, la cui attuazione è demandata alle Regioni, prevede una CUR di primo livello che riceve automaticamente le chiamate destinate a tutte le numerazioni di emergenza 112, 113, 115, 118, 1530.
Il modello prevede che gli operatori ricevano le chiamate, le localizzino e filtrino quelle improprie. Questo consente di ridurre in media circa del 50% le telefonate che arrivano al secondo livello, cioè agli operatori di Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, Soccorso sanitario, Capitaneria di porto e Guardia costiera, che quindi possono concentrarsi unicamente sulle chiamate di effettiva emergenza.
Supportato da un applicativo informatico, il professionista del 112 riceve in tempo reale i dati relativi al chiamante e alla sua localizzazione, che verranno inseriti nella scheda contatto. Individua la natura dell'emergenza, prende in carico la chiamata attivando, se necessario, una audio conferenza per la gestione della conversazione in lingua straniera.
Se si rende conto che la chiamata non è urgente, potrà fornire informazioni utili a risolvere il problema. Altrimenti integra, quando necessario, la scheda e la trasferisce, insieme alla chiamata, al centralino del secondo livello competente.
In questo modo il servizio 112 garantisce la risposta al chiamante, la sua localizzazione e identificazione, il filtro sulle chiamate inappropriate, la centralizzazione della raccolta di tutte i tipi di chiamata di emergenza e l’effettivo coordinamento dei soccorsi. Non solo: oltre al dialogo in diverse lingue, è previsto l’accesso per i diversamente abili tramite sms e app, l’integrazione con le chiamate automatiche generate da veicoli coinvolti in incidenti stradali.
Il servizio, sicuro e tracciabile, è gratuito.
Il 112 in Emilia-Romagna
La Regione ha assegnato all’Assessorato alle Politiche per la salute il progetto CUR 112. La struttura regionale dovrà coordinare le proprie azioni con tutti gli altri enti coinvolti nella gestione delle emergenze.
In Emilia-Romagna è prevista la realizzazione di due CUR, rispettivamente a Bologna e Parma, con uno stanziamento di € 6.629.000. L’investimento ha permesso la costruzione di strutture antisismiche dotate ognuna di 25 postazioni di lavoro, sala maxiemergenza e spazi attrezzati per ospitare tecnologie uffici e servizi. I tavoli tecnici presenti in sala sono predisposti per ospitare il sistema di risposta telefonico, l’applicativo gestionale e il modulo cartografico. Saranno inoltre presenti nelle sale video-wall informativi per il controllo dell’evoluzione del quadro emergenziale.
Il progetto autorizzato prevede l’operatività di una novantina di operatori, tra Bologna e Parma, cui si aggiungono 13 ulteriori dipendenti tra dirigenti, coordinatori, personale amministrativo e tecnici.
L’obiettivo è essere operativi entro la fine del 2023.
L’individuazione delle risorse necessarie è il risultato di analisi dei flussi comunicativi relativi al 2019 che hanno rilevato oltre 3 milioni di chiamate ricevute complessivamente da Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del fuoco e Soccorso Sanitario.
Si è valutato che 90 operatori saranno in grado di rispondere in 10 secondi, concludere l’intervista in 40 secondi e passare la telefonata al secondo livello entro ulteriori 40 secondi.
32 anni fa l’incidente di volo all’elisoccorso Charlie Alpha
A causa della fitta nebbia il 18 agosto 1990 l'elicottero di Parma Soccorso precipitò sul monte Ventasso, sull'appennino reggiano, durante una operazione di salvataggio. Nell'incidente persero la vita il pilota Claudio Marchini, il medico anestesista Annamaria Giorgio e gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei: alle loro famiglie è stato rivolto un saluto dall’assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna.