Tumore al seno, in Emilia-Romagna la pandemia non ha fermato la prevenzione
Nonostante l’emergenza sanitaria, il 70% delle donne nelle fasce d’età interessate ha effettuato una mammografia di screening. Nel 2021 il 98% delle pazienti operate sono state seguite dai Centri di senologia presenti sul territorio
Bologna, 8 aprile 2022 - La pandemia non ha fermato l’attività di screening, diagnosi precoce, cura e assistenza delle donne con tumore al seno.
Negli ultimi due anni, infatti, in Emilia-Romagna il 99% delle donne nella fascia d’età prevista per lo screening è stata invitata a sottoporsi alla mammografia e il 69% di quelle dai 50 ai 69 anni l’ha fatta.
Non solo, la quasi totalità delle pazienti (98%) operate per tumore alla mammella è stata seguita dai Centri di senologia presenti su tutto il territorio.
Uno sforzo, quello di portare avanti l’attività di screening mammografico nonostante le tante difficoltà che ha dovuto affrontare il servizio sanitario, che si è rivolto anche alle altre fasce di età coinvolte: le 45-49enni, con intervallo annuale e le 70-74enni con invito biennale.
Anche per loro i dati al primo gennaio 2022 mostrano il 99% di invitate e 69% di esaminate con cadenza prevista (70% per la fascia 70-74 anni), tornando quasi completamente ai livelli pre-pandemici, che si assestavano intorno al 75%.
Inoltre, il numero degli interventi chirurgici è aumentato dell’11% grazie al recupero delle prestazioni.
A ribadire l’impegno della Regione nella prevenzione e nel rafforzamento dell’assistenza alle pazienti, dalla diagnosi precoce al follow up, sono stati questa mattina il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, durante l’incontro in viale Aldo Moro con la delegazione regionale di Europa Donna Italia, dal 1994 impegnata nella tutela dei diritti delle donne su prevenzione e cura del cancro al seno. Patologia che nella nostra regione è responsabile del 30% dell’incidenza dei tumori maligni tra le donne e del 15% della relativa mortalità, con oltre 4.500 nuovi casi all’anno.
“In questi due anni di pandemia- sottolineano Bonaccini e Donini- la nostra regione è stata tra quelle che meglio hanno risposto alle richieste delle donne colpite dal tumore al seno. I nostri centri di cura hanno fatto il massimo per mantenere costanti le attività, e di questo diciamo grazie a tutti i professionisti coinvolti. Anche i numeri dicono che siamo di fronte a un recupero virtuoso delle attività che ci permette di tornare quasi ai livelli pre-pandemia. Il nostro impegno, anche grazie alla proficua collaborazione con Europa Donna, è di migliorare ancora i servizi e l’assistenza alle donne con tumore al seno, per essere loro accanto nel percorso di cura”.
“Fare prevenzione- chiudono Bonaccini e Donini- e rafforzare la rete dei Centri di senologia è la risposta migliore che possiamo dare nella lotta contro questa patologia”.
“La vocazione di Europa Donna - afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia- è di rilevare i bisogni delle pazienti e portarli all’attenzione dei decisori e qui, in questa Regione, le istanze delle pazienti vengono da sempre accolte con puntualità e soluzioni pragmatiche. Oggi l’incontro è stato caratterizzato da un apprezzamento di quanto già fatto e da una raccomandazione per intervenire su alcuni aspetti, come l’intensificazione del servizio psico-oncologico nei Centri di Senologia Multidisciplinari, la revisione dei percorsi dedicati alle pazienti con tumore al seno metastatico e una maggiore interazione tra le associazioni territoriali e le singole aziende sanitarie della rete senologica regionale”.
La rete dei Centri e le proposte presentate
In Emilia-Romagna dal 2018 è attiva la rete dei Centri di senologia per la prevenzione e la cura del carcinoma mammario, che può contare su 12 strutture localizzate su tutto il territorio da Piacenza a Rimini.
E ora si guarda avanti, anche attraverso le proposte presentate oggi da Europa Donna - che sul territorio conta 15 associazioni aderenti - con cui la Regione vuole portare avanti un dialogo ancora più aperto e costruttivo.
Tra le proposte presentate, un percorso di sorveglianza diagnostica a conclusione del follow up, una “corsia preferenziale” all’interno della Breast Unit, per prenotare facilmente le visite e gli esami necessari e tempi ridotti per ottenere gli esiti, assistenza e supporto professionale e qualificato alle pazienti giovani per rispondere ai loro bisogni specifici. E ancora una sede per le associazioni all’interno della Breast Unit, dove poter allestire un punto d’ascolto dedicato alle pazienti e ai loro famigliari e offrire informazioni e supporto, e incontri periodici per collaborare più efficacemente con le Breast Unit e le Aziende Sanitarie Locali.