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Epatite C, al via in Emilia-Romagna lo screening gratuito

L’invito, tramite il Fascicolo sanitario elettronico e un sms, per 1 milione 300 mila cittadini

L’assessore Donini: “Lo screening strumento prezioso, invito tutti i destinatari ad aderire”

Per l’esame basta un semplice prelievo ematico. In caso di esito positivo, il paziente sarà immediatamente preso in carico. La Regione ha ripartito e assegnato alle Aziende sanitarie un finanziamento complessivo di oltre 6 milioni di euro, a coperture delle spese da sostenere. Al via anche la campagna di comunicazione “C devi pensare”

Bologna - Riguarderà i nati dal 1969 al 1989, i soggetti seguiti dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità, e i detenuti in carcere: 1 milione 300mila persone circa, in Emilia-Romagna.

È lo screening gratuito per eliminare ed eradicare il virus dell’HCV, pronto a partire. Alle Aziende Usl regionali andranno complessivamente 6 milioni di euro, a copertura delle spese da sostenere.

“Lo screening degli anticorpi del virus HCV è uno strumento prezioso per individuare le infezioni da epatite C ancora asintomatiche e misconosciute, il cosiddetto ‘sommerso’- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Significa, in concreto, aumentare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento per scongiurare le complicazioni di una malattia epatica avanzata, oltre a interrompere la circolazione del virus impedendo nuove infezioni. Invito quindi- conclude l’assessore- tutte le persone che riceveranno la chiamata attiva ad aderire allo screening”.

Destinatari, tempi e modi dello screening

Come stabilito da decreti ministeriali, lo screening - che ha portata nazionale - è rivolto in via sperimentale a tutta la popolazione iscritta all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti - STP), nata dal 1969 al 1989.

Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità; e i detenuti in carcere, anche in questo caso indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità.

L’attività di sperimentazione dello screening si dovrà concludere entro il 31 dicembre 2022.

La chiamata, per tutti i cittadini che destinatari dell’iniziativa, avverrà tramite il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e l’invio di un sms.

Nell’invito verrà descritta la modalità di accesso, e precisamente tramite prenotazione della prestazione HCV REFLEX (con prelievo di sangue venoso) attraverso lo sportello Cup, il numero verde Cup, CupWeb/Fse e App per coorte di età, senza bisogno di prescrizione su ricetta e senza pagamento ticket.

La proposta di adesione allo screening potrà avvenire anche in occasione di esami ematici già prescritti per altri motivi, durante l’effettuazione del prelievo. In questo caso è prevista la consegna dell’informativa e del modulo di consenso in formato cartaceo direttamente all’interessato.

Sul campione ematico verrà effettuato un primo esame sierologico, ed eventualmente i successivi approfondimenti necessari. Il cittadino riceverà sul Fse l’esito dello screening se negativo.

In caso di esito positivo, verrà preso in carico dal centro specialistico di riferimento, individuato dall’Azienda sanitaria, che lo contatterà e fisserà la visita specialistica (sempre senza prescrizione, né pagamento di un ticket). Durante la visita dovrà anche essere redatta la certificazione per ottenere l’esenzione per patologia (016), qualora il paziente decida di avvalersene. Successivamente il paziente riceverà sul Fse l’esito del referto.

I SerD, dal canto loro, continueranno l’attività già in corso per la ricerca di HCV nei soggetti che seguono, di qualunque età siano. In caso di esito positivo, verrà garantito, da parte del medico SerD, l’invio del paziente a una visita specialistica e il follow up del trattamento. Anche all’interno degli istituti penitenziari proseguirà l’attività di screening per HCV, già in corso, e la presa in carico specialistica per i casi risultati positivi.

Le risorse: oltre 6 milioni di euro suddivise tra le Aziende sanitarie

Con un’apposita delibera, la Giunta regionale ha assegnato e suddiviso la somma complessiva – 6 milioni di euro circa, provenienti dal Fondo sanitario nazionale – tra le Aziende sanitarie, sulla base della popolazione target per età, in modo da consentire l’effettuazione dello screening. All’Azienda Usl di Piacenza andranno quasi 365mila euro; all’Azienda Usl di Parma, 614mila euro circa; All’Azienda Usl di Reggio, 719mila euro; all’Azienda Usl di Modena, 1 milione 38mila euro; all’Azienda Usl di Bologna, 1 milione 194mila euro; all’Azienda Usl di Imola, 171mila euro circa; all’Azienda Usl di Ferrara, 430mila euro; all’Ausl della Romagna, 1 milione 474mila euro.

La campagna di comunicazione

A supporto dello screening viene realizzata la campagna di comunicazione “C devi pensare”, con la distribuzione di materiali cartacei (locandine e cartoline) nei Cup, studi dei medici di medicina generale, punti prelievi, Case della salute, sale d’attesa di strutture sanitarie, ingressi di ospedali.

Previsti anche diversi strumenti digitali (tra cui video e grafiche social) che saranno utilizzati sui profili social della Regione e delle Aziende sanitarie, oltre che nell’ambito di una campagna online.

Tutte le informazioni sono disponibili sulla landing-page della campagna di comunicazione  www.screeningepatitec.it

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ultima modifica 2022-01-25T13:11:08+01:00
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