Il grazie della Regione ad Alessandro Micai, il medico che il 6 gennaio ha salvato una donna estraendola da un’auto finita in un canale
“Medici in prima linea da oltre due anni, abituati ad affrontare con coraggio le avversità: sono l’orgoglio del nostro servizio sanitario”
Durante l’incontro il 36enne, specialista in Chirurgia all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna e medico Covid nelle Usca di Ferrara, ha voluto lanciare un appello alla vaccinazione: occupandosi sin dall’inizio di cure domiciliari, vive in prima persona la differente risposta al virus da parte di vaccinati e non vaccinati
Bologna - Il gesto coraggioso di un medico dell’Ausl di Ferrara diventa l’occasione per ringraziare un’intera categoria, quella dei professionisti e degli operatori sanitari, che da due anni è in prima linea nella lotta alla pandemia.
Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, ha accolto oggi negli uffici della Regione Emilia-Romagna Alessandro Micai, giovane specialista in Chirurgia all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna e medico Covid nelle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca) di Ferrara. Micai, che fin dall’inizio della pandemia visita e cura a domicilio i pazienti positivi, è stato protagonista nei giorni scorsi di un atto di grande coraggio.
Giovedì 6 Gennaio intorno alle 11.30, infatti, il 36enne medico ferrarese, mentre rientrava in sede sulla provinciale 15, dopo alcune visite domiciliari svolte nel corso del turno di servizio Usca presso il distretto di Comacchio, ha assistito a un incidente stradale: un’automobile, dopo una sbandata, ha travolto un cartello stradale ed è finita nel Canale Lombardo, poco distante dalla Casa della Salute.
Facendosi largo tra le persone accorse sul posto, il medico si è subito reso conto che l’autovettura era finita dentro al canale e stava lentamente affondando. Valutando la necessità di intervenire subito senza attendere l’arrivo dei soccorsi, Micai è sceso nel canale con l’acqua gelida fino alla gola e ha raggiunto l’automobile: dal momento che lo sportello era bloccato, ha avuto la prontezza di riflessi di sfondare il vetro del finestrino con un pezzo del palo danneggiato che gli hanno passato altri due cittadini, dalle sponde del canale. A quel punto è riuscito ad estrarre il corpo di una donna dall’abitacolo ormai invaso dall’acqua. Ancora viva ma semincosciente, la signora alla guida, una ex infermiera 74enne in pensione, è stata portata con l'elicottero all'ospedale di Ravenna.
“Ho voluto conoscere personalmente questo medico e ringraziarlo sia per lo straordinario gesto di coraggio di giovedì scorso, sia per l’impegno quotidiano nella lotta sul campo alla pandemia- ha commentato l’assessore Donini-. Il dottor Micai è stato tra i promotori delle Unità speciali di continuità assistenziale di Ferrara, in passato è stato tra i primi a visitare senza esitazioni pazienti sospetti con febbre e sintomi respiratori e oggi coordina l’Usca del distretto di Comacchio. Si tratta di medici e operatori sanitari a cui va il nostro caloroso ringraziamento per gli sforzi che dedicano ogni giorno a questa battaglia: basti pensare che dopo essersi immerso nelle acque gelide di un canale ed essere stato sotto shock per un paio d’ore, il dottor Micai è subito ripartito per continuare il suo turno di visita ai pazienti sul territorio. Questi- ha aggiunto Donini- sono i professionisti che ci rendono orgogliosi del nostro servizio sanitario regionale”.
Durante l’incontro il medico ha tenuto a ribadire un aspetto che gli sta particolarmente a cuore, la necessità di vaccinarsi: "Vorrei rivolgere un appello a tutti coloro che ancora nutrono dubbi riguardo all'importanza della vaccinazione: essendo in prima linea sul territorio, ho la possibilità di visitare pazienti positivi e constatare concretamente la differenza dell’evoluzione della malattia nelle persone vaccinate rispetto ai non vaccinati- ha spiegato il dottor Micai-. Ultimamente, correnti contrarie alla vaccinazione sottolineano molto che la percentuale dei pazienti vaccinati e non vaccinati ricoverati nei reparti ordinari o in terapia intensiva non sarebbe poi così diversa. Bene, io vorrei rispondere che oltre a considerare il numero relativo, piuttosto che il numero assoluto, va posta molta attenzione sulla differenza dello stato di salute generale dei due gruppi di persone. Tra i vaccinati quasi sempre finiscono ricoverati pazienti fragili con due o più comorbidità e di età solitamente sopra i 65 anni, nei non vaccinati invece ho ricoverato io stesso pazienti molto giovani anche di 35-40 anni, con polmonite bilaterale in insufficienza respiratoria, il cui unico problema era solamente il sovrappeso”.
“A queste persone, come faccio sempre durante le visite- ha concluso Micai- mi rivolgo esortandole a fidarsi di noi medici che ogni giorno siamo impegnati in prima linea per assicurare e salvaguardare la loro salute e non affidarsi a sedicenti scienziati o medici alternativi il cui unico scopo molto spesso è il profitto personale e non la tutela della persona".