L’Emilia-Romagna si compatta anche nella nuova fase della pandemia
Anche la questione cruciale delle risorse, con il riconoscimento di tutte le spese Covid sostenute in un momento così dura, nella video riunione con il presidente Bonaccini e il sottosegretario Baruffi. Pronti a collaborare col Governo, tenuto conto delle indicazioni della comunità scientifica
Bologna – Vaccinare ancora di più, accelerando sui più giovani, e semplificare. L’Emilia-Romagna si compatta anche di fronte alla nuova fase della pandemia, dominata dalla variante Omicron. Tenere insieme contrasto al virus e aperture - salvaguardando sanità, scuola, lavoro, economia - è l’obiettivo condiviso dalla Regione, dai sindaci dei Comuni capoluogo e dai presidenti di Provincia, che in una riunione in videocollegamento nel tardo pomeriggio di ieri si sono trovati uniti e coesi sulla necessità di un fare un ulteriore passo avanti nella lotta al Covid e nella gestione dell’emergenza sanitaria. Pronti a collaborare col Governo, tenuto conto delle indicazioni della comunità scientifica.
Presenti alla riunione il presidente Stefano Bonaccini e il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, sindaci e presidenti di Provincia. L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, era contemporaneamente impegnato in un altro incontro sempre dedicato alla gestione pandemica.
Al centro, una prima valutazione sull’impatto della quarta ondata della pandemia, anche alla luce dei recenti provvedimenti del Governo, della ripresa dell’attività scolastica e delle misure organizzative varate dal Servizio sanitario regionale. Unanime la preoccupazione sulla pressione in atto sul sistema organizzativo e di risposta, con un ringraziamento a quanto ha fatto e sta facendo il personale sanitario e la condivisione della scelta operata in Emilia-Romagna di mobilitare l’intera rete dei servizi, anche privati, e di rafforzare l’auto-tracciamento per corrispondere alle necessità di apertura e chiusura delle quarantene. Così come condivisa è la strategia di allargare al massimo la capacità di vaccinazione rispetto ad una gestione ancora troppo complessa rispetto al numero di casi e a una ancora troppo limitata differenziazione tra positivi e negativi. Questioni, queste ultime, di competenza nazionale ma su cui la Regione ha inteso ascoltare i territori prima di assumere un’iniziativa specifica in sede di Conferenza delle Regioni e nel confronto col Governo.
Unanime anche l’indicazione emersa nell’incontro, in particolare su due priorità: implementare la campagna vaccinale e semplificare le procedure.
Spingere ulteriormente sulle vaccinazioni. Il vaccino rappresenta lo strumento principale per contrastare con efficacia il virus anche in questa fase di crescita esponenziale dei contagi. In particolare, per quanto riguarda bambini e ragazzi in età scolastica: da qui la decisione dell’Open Day regionale per i 5-19enni domenica prossima 16 gennaio in tutta l’Emilia-Romagna, che vedrà le aziende sanitarie e i territori impegnati in un ulteriore sforzo organizzativo. Ma è appunto necessario rafforzare la campagna vaccinale. Bisogna accelerare soprattutto sulla vaccinazione dei più piccoli, nella fascia 5-11 anni. Durante la riunione è stato infatti ribadito come la loro salute, quella delle famiglie e le scuole aperte rappresentino una priorità dalla quale non si può derogare. Allo stesso modo, la decisione di avviare la vaccinazione libera e senza prenotazione in qualsiasi hub o punto vaccinale per gli over 50, dopo l’introduzione dell’obbligo per questa fascia d’età, rappresenta un ulteriore rafforzamento della campagna di immunizzazione, per salvaguardare i singoli e i luoghi di lavoro. L’elevata copertura vaccinale in Emilia-Romagna e nel Paese ha cambiato lo scenario rispetto a un anno fa: di fronte a molti più contagi sono molti meno i ricoveri e i decessi e attività e servizi sono aperti: è questa la strada da continuare a battere.
Occorre poi semplificare le procedure, per liberare i cittadini da fine isolamento e fine quarantena nei tempi dovuti, senza i ritardi che si verificano di fronte al numero imponente di nuovi casi e al sovraccarico di lavoro che le strutture sanitarie devono smaltire, anche nella gestione delle centinaia di migliaia di tamponi fatti ogni giorno, da sintomatici e asintomatici. In Emilia-Romagna va in tal senso l’accordo con le farmacie per la chiusura delle procedure attraverso i tamponi rapidi (per gli asintomatici), l’invio in automatico della relativa comunicazione e l’autotesting, da lunedì 17 gennaio, per avviare la procedura stessa via web in caso di esito positivo di un tampone rapido fatto in proprio. Misure decise dalla Regione e condivise dagli enti locali per rendere più facile la vita ai cittadini e permettere di concentrare maggiormente gli sforzi sulla campagna vaccinale.
Infine, la questione cruciale delle risorse. Alle Regioni devono essere riconosciuti i fondi nazionali a copertura delle spese sostenute per fronteggiare la pandemia, costi che non possono ricadere sui cittadini stessi, né possono indebolire la capacità di risposta al virus e di protezione delle persone. Così come andrebbero rivisti i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri, che oggi includono pazienti che entrano in ospedale per altre patologie e poi risultano positivi ma senza sintomi. Parametri da cui dipendono le fasce di colore e quindi misure restrittive ed eventuali nuove chiusure, quando l’impegno di tutti deve essere rivolto al contrasto della pandemia basato su dati in grado di fotografare meglio la e realtà in questa fase della pandemia diversa dalle precedenti.