Donazioni di sangue, nel 2022 l’Emilia-Romagna conferma la propria autosufficienza e continua a inviare sangue alle regioni in difficoltà
Il bilancio tra le unità raccolte e trasfuse è positivo, anche per il rallentamento della domanda. In calo la raccolta di plasma (-7,3% rispetto all’anno precedente), la Regione resta però tra le prime in Italia per il conferimento di plasma per realizzare farmaci salvavita
20 marzo 2023 – “Con un piccolo gesto puoi salvare una vita. Oggi più che mai, ricordati di donare”.
Agli appelli che il Sistema sangue della Regione Emilia-Romagna ha rivolto l’anno scorso tramite campagne di comunicazione hanno risposto i 140.897 donatori di sangue della regione, un dato che ha permesso all’Emilia-Romagna di confermare la propria autosufficienza e al tempo stesso di inviare 4.798 unità di sangue alle regioni in difficoltà.
“La donazione di sangue è un gesto prezioso, e quindi un sincero grazie ai 140mila donatori che hanno consentito alla nostra regione di non segnalare carenze di sangue per il 2022- commenta l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. E questo è merito del lavoro congiunto dei volontari e delle volontarie di Avis e Fidas, del sistema regionale e del coordinamento dal Centro Regionale Sangue. Tuttavia, in tutta onestà, registriamo che i dati sulla raccolta del plasma, dopo la grande generosità degli anni del Covid, segnalano un rallentamento. Per questo mi sento di rinnovare l’appello: donate sangue e donate plasma, perché sono indispensabili per salvare vite umane”.
La raccolta di sangue intero
Le unità di sangue intero donate sono state 215.319 contro le 216.558 del 2021 (-0,6%). L’analisi per territorio denota un lieve aumento in Romagna (+395 unità per le province di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), un lieve calo, pari al -2%, in Emilia centrale (comprendente le province di Bologna e di Ferrara), un dato stabile (-0,1%) per l’Emilia nord (per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena).
Il bilancio tra le unità raccolte e trasfuse è positivo, cioè non ci sono state situazioni di carenza. Ciò è dovuto a fatto che, a fronte di una tenuta delle donazioni rispetto all’anno precedente, sono diminuite le unità trasfuse (201.557 nel 2022 contro 202.001 del 2021). A tal proposito va ricordato che il 2021 aveva fatto segnare una decisa ripresa dell’attività clinica e chirurgica dopo la pandemia, con la conseguente maggiore necessità di sangue.
La raccolta in aferesi (plasma e piastrine)
Le raccolte in aferesi sono in calo, pur rimanendo superiori ai valori pre-Covid: sono state 67.913 contro le 73.239 (-7,3%) del 2021 ma comunque superiori alle 63.741 del 2019 (+6.5%). Va detto che nel 2020 la raccolta è leggermente cresciuta durante la pandemia per una maggiore consapevolezza dei donatori circa l’importanza del plasma, che – tra l’altro - è stato oggetto dello studio “plasma iperimmune da anticorpi specifici per il SARS-CoV-2 nei donatori guariti”. È importante ricordare che il plasma è indispensabile per la produzione di medicinali plasma derivati come albumine e immunoglobuline, in grado di salvare la vita a numerosi pazienti.
Questo calo nella raccolta porta alla conseguente diminuzione del conferimento di plasma all’industria per la produzione di farmaci, che nel 2022 sono stati 96.074 kg contro i 100.692 del 2021.
Il conferimento di plasma per il frazionamento industriale rimane in ogni caso ben al di sopra la media nazionale: nell’anno 2021 l’indice di conferimento in Italia è stato pari a 14,5 kg per ogni mille abitanti, mentre la Regione Emilia-Romagna ha conferito 22,6 kg per mille abitanti, tra le prime in Italia. Nonostante il calo l’indice nel 2022 in regione si è confermato sui 22 kg per mille abitanti, mentre il dato nazionale non è ancora disponibile (nel 2021 il dato nazionale si è attestato a un indice di conferimento pari a 14,5 kg/1.000 abitanti).