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Amianto, in Emilia-Romagna nasce la Rete regionale per la cura e l’assistenza dei malati di mesotelioma pleurico maligno

Approvate dalla Giunta le Linee di indirizzo che istituiscono un nuovo Percorso terapeutico assistenziale, multidisciplinare e omogeneo su tutto il territorio

Donini: “Vogliamo garantire ai malati e alle loro famiglie la migliore qualità nella diagnosi, nella cura e nell’assistenza, favorendo l’integrazione tra strutture sanitarie e servizi territoriali”

Il documento prevede, entro il 2024 l’attivazione, nelle principali sedi ospedaliere di ogni provincia, di 10 Centri di I livello per la diagnosi e le terapie non complesse, e di 7 Centri di II livello distribuiti nelle aree vaste dell’Emilia-Romagna - Emilia Nord, Emilia Centro e Romagna - per la gestione dei trattamenti chirurgici e integrati

15 marzo 2024 - Assicurare alle persone affette da mesotelioma pleurico maligno (MPM) uno specifico Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale attraverso una rete strutturata di centri ospedalieri, secondo un approccio multidisciplinare, integrato ed omogeneo, e in continuità tra servizi sanitari e territoriali.

É l’obiettivo della nuova Rete della Regione Emilia-Romagna per la presa in carico delle persone affette da MPM, le cui Linee di indirizzo, approvate dalla Giunta regionale, definiscono modalità e standard operativi uniformi per tutte le strutture sanitarie del territorio, nell’ambito della Rete oncologica regionale, con un obiettivo: garantire ai malati cure, assistenza e servizi sempre più elevati e, al tempo stesso, sempre più vicini.

Secondo i dati forniti dal Registro regionale mesoteliomi, tra il 1996 e il 2022, in Emilia-Romagna si sono registrati 3.357 casi di persone affette da questa rara forma tumorale, che spesso risulta correlata all’esposizione ad amianto, di cui 134 nel 2022. In 2.034 casi, inoltre, l’esposizione all’amianto è stata classificata come professionale.

Nell’ambito della nuova Rete regionale per la cura e l’assistenza dei malati di MPM, le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna attiveranno, entro la fine del 2024, 10 Centri di I livello nelle principali sedi ospedaliere di ogni provincia, deputati a garantire ai pazienti presi in carico un’adeguata diagnosi, stadiazione, definizione del programma terapeutico e gestione delle terapie non complesse, tramite un approccio condiviso e multidisciplinare. La gestione dei trattamenti chirurgici ed integrati sarà invece assegnata a 7 Centri di II livello, ubicati in ciascuna area vasta regionale, Emilia Nord, Emilia Centro e Romagna.

Il Percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale garantirà inoltre supporto psico-oncologico per paziente e familiari, trattamenti di riabilitazione presso le Unità operative di riferimento, attivazione precoce delle cure palliative, assicurando la continuità assistenziale con i medici di medicina generale, e l’assistenza per tutte le problematiche amministrative, comprese quelle per l’avvio dell’iter di denuncia/riconoscimento di malattia professionale, se previsto, e all’accesso al Fondo Vittime dell’Amianto.

“Con la nuova Rete regionale per la presa in carico delle persone affette da mesotelioma pleurico maligno- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- vogliamo garantire ai malati e alle loro famiglie la migliore qualità nell’assistenza e nella cura, attraverso un Percorso terapeutico specifico, puntando su una presa in carico globale della persona, secondo un approccio multidisciplinare e nell’ambito di una rete strutturata di centri ospedalieri, servizi territoriali e istituti di ricerca. La lotta all’amianto, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il sostegno a quanti stanno affrontando questa malattia e ai loro famigliari rappresentano priorità per le quali, come Regione Emilia-Romagna, siamo in prima linea già da tempo”.

L’impegno della Regione contro l’amianto

L’ Emilia-Romagna è stata tra le prime Regioni in Italia ad adottare, nel 1996, il Piano Regionale di Protezione dell'ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, che indica criteri, linee di indirizzo e azioni per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa per la protezione dell’ambiente, della popolazione e dei lavoratori dai pericoli dell’amianto. Un impegno confermato nel 2017, con il secondo Piano Regionale Amianto, con l’obiettivo di promuovere un’efficace integrazione fra le istituzioni nell’affrontare le diverse problematiche, promuovendo un approccio trasversale fra i settori ambiente, salute e lavoro e la cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti. Tra le finalità previste dal Piano, il consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto, il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro e il rafforzamento delle attività di smaltimento e bonifica del materiale.

L’Emilia-Romagna è tra le poche Regioni in Italia ad aver eseguito la mappatura dei MCA, i materiali contenenti amianto, in conformità alla normativa nazionale vigente. Tra il 2019 e il 2023, su tutto il territorio regionale, sono oltre 34.459 gli interventi di bonifica effettuati e nell’oltre 90% dei casi il materiale è stato rimosso. Complessivamente, nel 2023, l’amianto friabile bonificato ammonta a 140.366 chilogrammi, a cui si sommano i 43.925.447 chilogrammi di materiali contenenti amianto in matrice compatta rimossi, per un totale di 44.065.813 chilogrammi.

Informazione e assistenza nei confronti di imprese, enti e cittadini

Proseguono, su tutto il territorio, le attività di informazione e assistenza rivolte a cittadini, imprese, lavoratori, datori di lavoro e amministratori, sia a livello regionale, sia a cura delle Aziende sanitarie. Nel 2023 sono stati 135 gli incontri, i convegni, i seminari e le iniziative di comunicazione effettuati, ed è disponibile online, costantemente aggiornato, il sito dedicato al Piano regionale amianto, all’indirizzo salute.regione.emilia-romagna.it/amianto.


Per approfondire

I casi di mesotelioma pleurico maligno in Emilia-Romagna

Secondo i dati del Registro regionale mesoteliomi, in Emilia-Romagna, tra il 1996 e il 2022, sono stati 3.357 i casi rilevati di persone affette da questa rara forma tumorale, che spesso risulta correlata all’esposizione ad amianto, di cui 2.034 per esposizione di natura professionale (70,5%). Di questi, 1.774, ovvero l’83,3%, sono uomini, e 260 donne, pari al 12,7%. In 275 casi, invece, l’esposizione è non professionale (171 familiare, 64 ambientale e 40 legata ad attività extra lavorative).

Per quanto concerne la fascia d’età, il 78,8% dei casi è stato diagnosticato dopo i 64 anni, l’1,4%
prima dei 45 anni e il restante 19,8% nella fascia d’età 45-64 anni.

I Centri di I e II livello in Emilia-Romagna

Il Percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale regionale del mesotelioma pleurico maligno prevede l’individuazione e l’attivazione, entro la fine del 2024, di 10 Centri di I livello nelle principali sedi ospedaliere di ciascuna provincia. I Centri saranno attivati presso l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, all’Ospedale Maggiore di Parma, al S. Maria Nuova – Irccs di Reggio Emilia, al Policlinico di Modena, all’Irccs Policlinico di Sant’Orsola e all’Ospedale Maggiore di Bologna, al Sant’Anna di Ferrara, al Morgagni-Pierantoni di Forlì/Irccs – Irst di Meldola, all’Ospedale delle Croci di Ravenna e all’Ospedale degli Infermi di Rimini.

La gestione dei trattamenti chirurgici ed integrati sarà assegnata invece a 7 Centri di II livello, ubicati in ciascuna area vasta regionale: all’Ospedale Maggiore di Parma, all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, al Policlinico di Modena, all’Irccs Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, all’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, all’UO Chirurgica Toracica dell’Ausl Romagna (Forlì, Ravenna, Riccione) e all’Irccs Irst di Meldola (FC).

L’accesso al nuovo Percorso terapeutico assistenziale

L’accesso al nuovo Percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale della Rete oncologica regionale avviene su richiesta dei medici di medicina generale, degli ambulatori di medicina del lavoro, dei servizi e delle unità operative ospedaliere ed extra-ospedaliere e dei patronati. Il paziente viene indirizzato e preso in carico dai Centri di I livello individuati su base provinciale.

Ricerca e formazione

Oltre alla fase diagnostica, terapeutica e al follow-up, e all’integrazione con la rete delle cure palliative, con il Registro mesoteliomi regionale e con la biobanca regionale, le Linee di indirizzo che istituiscono il nuovo Percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale regionale del mesotelioma pleurico maligno prevedono la definizione e l’implementazione di progetti di ricerca e lo sviluppo di studi clinici e traslazionali in ambito regionale e nazionale. In continuità con il Registro regionale mesoteliomi, che ha sede presso l’Irccs Azienda sanitaria di Reggio Emilia, sarà realizzata una biobanca regionale per tessuti e sangue cui potranno accedere per sperimentazioni i centri regionali, sulla base di specifici progetti, previa valutazione del Comitato tecnico scientifico della Rete. Sono previsti, inoltre, percorsi formativi specifici regionali per il personale coinvolto.

 Le attività di mappatura e bonifica dell’amianto in Emilia-Romagna

Dopo il primo Piano regionale amianto del 1996, nel 2017 ne è stato adottato un secondo, che comprende, tra le principali attività, il censimento, la mappatura e il controllo dei siti con materiali contenenti amianto.
Con il primo Piano amianto sono stati censiti 31.321 edifici, di cui 1.889 con MCA (materiali contenenti amianto) friabile e 30.023 aziende, di cui 2.540 con MCA friabile. Tutti i siti mappati risultano bonificati con rimozione completa.

Nel 2004 la Regione ha approvato il progetto “Mappatura delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto”, che comprende edifici pubblici o privati aperti al pubblico, con l’obiettivo di eliminare l’esposizione dei cittadini alle fibre di amianto o, quanto meno, di ridurla ai livelli minimi possibili. La mappatura viene aggiornata periodicamente sulla base dei piani di controllo attuati dalle Aziende sanitarie e l’attività di bonifica per rimozione completa del materiale contenente amianto, al 31 dicembre 2022, ha riguardato 986 siti, su un totale di 1.198 comunicati dai proprietari e mappati inizialmente (pari all’82%). I 212 siti rimasti sono oggetto, annualmente, di attività di controllo da parte delle Aziende sanitarie, che verificano l’applicazione delle procedure per il controllo dello stato di conservazione dei materiali contenenti amianto e della corretta manutenzione di questi edifici.

Mappatura amianto negli edifici privati

Per quanto riguarda la presenza di MCA negli edifici privati, nel 2019 sono state emanate, in collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Anci Emilia-Romagna, le “Linee guida di indirizzo per la gestione delle segnalazioni e dei siti individuati dalle mappature locali relative alla presenza di materiali contenenti amianto” che promuovono procedure semplificate tra i diversi Enti pubblici per la gestione di segnalazioni di MCA e per il coordinamento delle attività. La registrazione delle segnalazioni da parte dei Comuni alimenta la mappatura della presenza di MCA sul territorio dei vari Comuni e ne consente la corretta gestione in base agli attuali strumenti normativi.

Le Linee di indirizzo, oggetto di un recente webinar, sono pubblicate sul sito del Piano regionale amianto, e altre attività di informazione e di formazione a favore degli Enti locali sono previste anche per il 2024.


I Piani di bonifica dell’amianto

L’attività di vigilanza e controllo durante le operazioni di rimozione e bonifica dell’amianto sono oggetto di vigilanza e controllo costante da parte delle Aziende sanitarie. L’attività inizia con il controllo e la registrazione dei piani di lavoro e delle notifiche presentate dalle aziende che intendono effettuare attività di rimozione o manutenzione sui materiali contenti amianto. L’attività di vigilanza dei cantieri ha fatto registrare, nel 2023, un totale, a livello regionale, di 1.416 ispezioni, pari al 21,4% dei piani di lavoro e notifiche pervenuti.

Tra il 2019 e il 2023 su tutto il territorio regionale, sono oltre 34.459 gli interventi di bonifica portati a termine (6.616 solo nel 2023) e nell’oltre 90% dei casi il materiale è stato rimosso. Nel 2023, l’amianto friabile bonificato ammonta a 140.366 chili, a cui si sommano i 43.925.447 chili di materiali contenenti amianto in matrice compatta rimossi per un totale di 44.065.813 chilogrammi

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ultima modifica 2024-03-15T13:32:00+01:00
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