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“C devi pensare”, grazie alla campagna regionale sullo screening gratuito dell’epatite C, individuate oltre 1.000 persone positive

Emilia-Romagna prima in Italia per copertura della popolazione target generale, i nati tra il 1969 e il 1989

Donini: “Bene, ma ci aspettiamo un’adesione ancora più alta: basta un semplice esame del sangue per scoprire se si è contratto il virus e ricevere le cure necessarie”

Da quando è stato introdotto nel 2022, al 30 giugno 2024, raddoppiate le adesioni: oltre mezzo milione di test effettuati e 767 cittadini che hanno iniziato il trattamento terapeutico. Lo screening non necessita di prescrizione medica, e oltre ai cittadini tra i 35 e i 55 anni iscritti all’anagrafe sanitaria, è rivolto alle persone seguite dai SerD e ai detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità

23 settembre 2024 - Un test gratuito, che con un semplice prelievo del sangue, senza bisogno di prescrizione medica, permette di intercettare l’epatite C. Malattia causata dal virus HCV, che può rimanere latente anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato: chi la sviluppa in forma cronica nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma l’infezione può evolvere in forme molto gravi e progressive, che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato.

Per questo, aderire alla campagna di screening del servizio sanitario regionale “C devi pensare” è molto importante: dal 2022, quando fu introdotto, al 30 giugno 2024 in Emilia-Romagna oltre mezzo milione di cittadini lo hanno fatto, esattamente 507.797, collocando la regione al primo posto in Italia per indice di copertura della popolazione generale destinataria, i nati tra il 1969 e il 1989.  

E proprio grazie agli esami effettuati, sono state individuate 1.032 persone positive al secondo test di conferma, quello che fa seguito al primo esame del sangue, se positivo; di queste, 967 sono state inviate ai centri di cura specialistici e 767 hanno iniziato un trattamento terapeutico.

“Il fatto che l’Emilia-Romagna sia la prima regione per copertura dello screening rispetto alla popolazione generale, quindi i cittadini nati tra il 69 e l’89, è un dato positivo, ma ci aspettiamo un’adesione ancora più alta- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Si tratta di uno strumento fondamentale per individuare i casi non ancora diagnosticati: persone inconsapevoli di aver contratto il virus, magari da tempo, che in questo modo possono essere prese in carico dal Servizio sanitario pubblico, effettuare una visita specialistica e iniziare, se necessario, il trattamento terapeutico. Tutto gratuitamente. Ai cittadini destinatari dello screening dico ‘PensateC’, come recita la nostra campagna: un piccolo gesto che può fare la differenza”.

Contro l’epatite C esiste infatti un’efficace terapia antivirale, semplice da assumere, sicura ed estremamente efficace: circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione; attualmente, invece, non esiste un vaccino.   

I destinatari dello screening

3 le tipologie di destinatari, individuati dal ministero della Salute, che possono effettuare lo screening: ‘target 1’ cittadini nati tra il 1969 e il 1989 (quindi di età compresa tra i 35 e i 55 anni) iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti - STP); ‘target 2’ le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e ‘target 3’ i detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente da età e Paese di provenienza. Anche per il 2024 la Regione ha confermato la campagna di prevenzione secondaria, con l’obiettivo di intercettare la patologia in tempo e fornire le giuste terapie a tutti i casi positivi identificati.

Lo screening in Emilia-Romagna: i dati al 30 giugno 2024

Sono 1.364.341 i cittadini destinatari dello screening in Emilia-Romagna, nelle tre categorie previste: 1.330.562 nati tra il 1969 e il 1989, 24.678 seguiti dai SerD e 9.101 detenuti. Dal 2022, quando fu introdotto, al 30 giugno 2024, complessivamente 507.797 cittadini lo hanno effettuato, con una percentuale di copertura sulla popolazione target complessiva del 37,2% a livello regionale, in crescita rispetto a fine 2023, quando si assestava al 32%, e più che raddoppiata rispetto al 2022, quando era ferma al 17,9%.

Di questi, per 1.032 (0,2% di quanti hanno effettuato lo screening) la positività è stata confermata dal successivo test: 967 persone sono state inviate ai centri di cura specialistici e 767 hanno iniziato il trattamento terapeutico.

“C devi pensare”: la campagna di comunicazione

E proprio per “convincere” sempre più persone ad aderire allo screening, la Regione ha realizzato e continua a proporre una campagna di comunicazione, “C devi pensare”, incentrata sulla necessità di giocare d’anticipo. “E se per un minuto pensassi a evitare i rischi dell’epatite C”? è l’invito che lo spot video rivolge ai cittadini. Insieme a spot radio, social, affissioni e materiale informativo distribuito nei luoghi di cura, è uno degli strumenti messi a punto dal servizio sanitario regionale, consultabili sul sito della Regione nella landing page della campagna di comunicazione  www.screeningepatitec.it


Per approfondire

Come aderire allo screening

Partecipare allo screening è facile: per i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 è gratuito e non serve la prescrizione: ricevono l'invito tramite il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e un sms in cui viene descritta la modalità di accesso alla prestazione HCV REFLEX (con prelievo di sangue venoso). La prenotazione può essere effettuata attraverso Fse, sportello Cup, Cup Web e App Er Salute.

É inoltre possibile aderire allo screening in occasione di altri esami ematici aggiungendo quello per la ricerca del virus dell’epatite C, senza dover necessariamente effettuare un prelievo dedicato: si può farne richiesta direttamente allo sportello del centro prelievi.

Sul campione di sangue vengono in un primo momento ricercati anticorpi specifici contro il virus dell’epatite C e successivamente, in caso di positività a questo primo test, viene ricercata la presenza del materiale genetico del virus stesso. In caso di esito negativo si riceve il referto sul proprio Fascicolo sanitario elettronico; in caso di esito positivo, il cittadino viene preso in carico dal centro specialistico di riferimento individuato dall’Azienda sanitaria, che lo contatta e fissa la visita specialistica (sempre senza prescrizione, né pagamento di un ticket).

Per quanto concerne i SerD e gli istituti penitenziari, prosegue l’attività già in corso per la ricerca di HCV nei soggetti che sono seguiti dai Servizi o detenuti, a prescindere dall’età e dalla nazionalità, e viene naturalmente garantita la presa in carico specialistica in caso di esito positivo. 

Dati al 30 giugno 2024 (pdf450.81 KB)

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ultima modifica 2024-09-24T14:53:05+02:00
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