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Medici di medicina generale, pediatri, specialisti convenzionati, nasce la nuova rete territoriale dell’assistenza primaria

Obiettivo: rafforzare la sanità territoriale attraverso la creazione di Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e Unità complesse di cure primarie (UCCP)

Fabi: “Una svolta verso un modello di assistenza più integrato e vicino alle cittadine e ai cittadini”

Presentato oggi ai sindacati Confederali Cgil, Cisl, Uil il documento approvato dalla Giunta. Le nuove forme organizzative opereranno tra Case di comunità, già 141 quelle attive in Emilia-Romagna, e studi medici. Rafforzato il ruolo della medicina territoriale come primo punto di contatto e riferimento per la salute di una comunità sempre più anziana e fragile

21 maggio 2025 – Il servizio sanitario regionale consolida un altro passaggio della rete territoriale dell’assistenza primaria, con l’introduzione di nuove forme organizzative per rispondere ai mutamenti sociodemografici e garantire cure più prossime ed efficaci agli emiliano-romagnoli.

L'obiettivo è rendere l’assistenza sanitaria territoriale - composta da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali - più sostenibile e accessibile, anche grazie agli investimenti Pnrr per la realizzazione delle Case della comunità e al nuovo ruolo unico del medico di medicina generale previsto dall’accordo collettivo nazionale.

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato l'"Atto di programmazione regionale per la istituzione e attuazione delle forme organizzative della medicina convenzionata AFT e UCCP". Il documento mira a rafforzare la sanità territoriale attraverso la creazione di Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e Unità complesse di cure primarie (UCCP), pensate per migliorare l'accesso alle cure, la presa in carico dei pazienti cronici e fragili e l'integrazione tra i professionisti sanitari.  Un’organizzazione capillare e dettagliata: per ciascuna Azienda USL della regione il piano definisce l'articolazione territoriale, le sedi e le tipologie. Tra gli obiettivi di questa nuova organizzazione c’è la partecipazione ai piani nazionali di prevenzione e cronicità, il governo delle liste d'attesa, l'appropriatezza clinica e prescrittiva, l'assistenza domiciliare.

Un percorso presentato oggi a Bologna nel corso di un incontro nella sede della Regione, dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, con i sindacati Confederali Cgil, Cisl, Uil.

“Sono soddisfatto del lavoro fatto per istituire le nuove forme organizzative della medicina convenzionata nella nostra regione-spiega l’assessore Fabi- e del confronto per la sua migliore attuazione che abbiamo avviato con i sindacati Confederali, di cui l’incontro di oggi è solo una nuova tappa, così come con i sindacati di categoria coi quali siamo impegnati a definire il contratto integrativo dei medici di medicina generale. Questo provvedimento segna una svolta nella ridefinizione della rete dei servizi territoriali e, una volta completato, potrà orientare la sanità regionale verso un modello di assistenza sempre più integrato e vicino ai cittadini”.

L’istituzione delle AFT e UCCP rappresenta un passo fondamentale per garantire una presa in carico multidisciplinare ed integrata dei pazienti. Entrambe le forme organizzative opereranno nell’ambito dei Distretti e delle Case della Comunità, che potranno fungere da sede preferenziale delle stesse, e della rete degli studi medici diffusi nei territori, assicurando una copertura completa.

“Il nostro massimo impegno è garantire una risposta sempre più efficace e sostenibile del servizio sanitario regionale ai bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini, in accordo con gli standard indicati dalla normativa, anche grazie agli investimenti del PNRR- aggiunge l’assessore-. Cruciale, in questo contesto, la collaborazione tra medici, pediatri, specialisti e i professionisti delle professioni sanitarie. Così come, lo ribadisco ancora una volta, i Cau che restano un elemento di positività del sistema che andrà meglio definito e rafforzato con il nuovo assetto.  Solo attraverso un lavoro sinergico e coordinato sarà possibile offrire servizi di alta qualità ed equamente accessibili. La condivisione dei dati sanitari, la presa in carico in équipe dei casi complessi e la misurazione di indicatori di processo e di esito delle attività saranno elementi chiave. Con questo nuovo modello di governance partecipata e di responsabilità condivisa vogliamo mettere sempre più al centro il benessere e la salute delle nostre comunità”.

Il nuovo assetto organizzativo: AFT e UCCP al centro della rete

L'Emilia-Romagna, già pioniera nell'orientamento verso la sanità territoriale con l'istituzione delle Case della Salute nel 2010, prosegue su questa strada implementando il nuovo assetto organizzativo previsto dal decreto ministeriale 77/2022. Fulcro di questa rete sono infatti le Case della comunità, sedi preferenziali per le AFT e le UCCP, e luoghi di raccordo con i cittadini per percorsi assistenziali innovativi. L'Emilia-Romagna è tra le prime regioni in Italia per il numero di Case della comunità attive, sono già 141.

Questa organizzazione mira a rafforzare il ruolo della medicina territoriale come primo punto di contatto e riferimento per la salute della comunità.

Le Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) sono forme organizzative monoprofessionali (composte cioè esclusivamente da medici) che coinvolgono medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. Condividono strumenti di valutazione della qualità, linee guida, protocolli operativi e sistemi informativi per migliorare l'assistenza e i processi decisionali. Hanno un referente che concorre a garantirne il funzionamento e la buona organizzazione. Devono garantire la continuità assistenziale, la presa in carico dei pazienti cronici, la partecipazione a programmi di prevenzione e la riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso. Ogni AFT avrà una sede riconoscibile, spesso all'interno di una Casa della Comunità, che garantirà l’attività ambulatoriale in modo continuativo e accessibile

La popolazione di riferimento dell’AFT è compresa tra i 7mila e i 30mila assistiti, con alcune eccezioni che, per particolari e motivate esigenze quali la densità abitativa, possono arrivare a 45mila.

Le Unità complesse di cure primarie (UCCP) rappresentano invece forme organizzative multiprofessionali (sono presenti medici, ma anche altri professionisti) che operano in modo integrato all'interno delle Case della Comunità o in altre strutture sanitarie. Le UCCP coordinano e integrano medici di assistenza primaria, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri, assistenti sociali e altri professionisti sanitari per rispondere ai bisogni di salute complessi. Ogni AFT, creando un sistema interdipendente, è collegata funzionalmente alla propria UCCP di riferimento. Il coordinamento delle UCCP è affidato a una figura professionale che collabora con il distretto per l'organizzazione dei percorsi assistenziali e la gestione delle risorse.  

Il monitoraggio

Un sistema informativo regionale fornirà dati epidemiologici e analitici per monitorare le attività, condividere standard clinici e organizzativi, e valutare il raggiungimento degli obiettivi di salute, definiti dalla programmazione regionale e aziendale, da parte di AFT e UCCP.

Per approfondire

La mappa completa delle nuove AFT

Il piano predisposto da Regione e Ausl (vedi mappa) prevede un numero di AFT per ogni distretto legato alla popolazione residente e alle caratteristiche del territorio. La scheda individua per ciascun distretto il territorio di riferimento delle AFT e la sua sede, che può essere una Casa della comunità, un poliambulatorio o una struttura che dovranno individuare i medici.

La Casa della comunità presso cui ha sede la AFT può essere “spoke”, cioè un’articolazione territoriale più piccola dove sono decentrati i servizi di base e di prossimità, oppure “hub”, ovvero la struttura di riferimento principale, il centro nevralgico per il coordinamento dei servizi sul territorio. Nel caso di AFT ospitate da una Casa della Comunità spoke, la tabella individua anche la Casa hub di riferimento.

Il contesto di riferimento: sempre più anziani e fragili

Con una popolazione di circa 4 milioni e 450mila abitanti e un’età media di 47 anni, il territorio regionale sta conoscendo un calo delle nascite e un progressivo invecchiamento della popolazione.

Il 36,5% dei cittadini presenta almeno una patologia cronica, e il 3,6% ne ha più di tre.

Dinamiche demografiche e sanitarie che impongono una ridefinizione dei modelli assistenziali, orientandoli verso la cronicità, la fragilità e la non autosufficienza, senza trascurare i bisogni emergenti dei più giovani, come il disagio psicosociale e le disuguaglianze socioeconomiche.

La Regione punta a promuovere attivamente la prevenzione incentivando stili di vita sani, l'adesione a screening e vaccinazioni, e rafforzando l'alfabetizzazione sanitaria delle comunità.

Il ruolo unico dei medici in Italia

Il ruolo unico dei medici di medicina generale rappresenta un modello organizzativo e contrattuale mirato a riorganizzare e potenziare l'assistenza sanitaria di base, attraverso l’integrazione di diverse funzioni dell’assistenza primaria sotto un unico profilo professionale.

È previsto dall’accordo collettivo nazionale siglato nel 2024. L'obiettivo principale è garantire una maggiore continuità dell'assistenza sanitaria territoriale per i cittadini, superando la frammentazione tra le diverse figure mediche che operano sul territorio. Il ruolo unico contempla, per tutti i nuovi medici e per quelli che vorranno aderire alla convenzione, la cosiddetta assistenza "a ciclo di scelta", quello comunemente chiamato medico di famiglia e quella “su base oraria”, cioè il medico di continuità assistenziale comunemente chiamato guardia medica.

I medici inseriti nel ruolo unico svolgeranno sia attività legate alla gestione dei propri pazienti (assistenza primaria "a scelta") sia attività su base oraria, contribuendo a servizi ambulatoriali e domiciliari, spesso all'interno delle Case di Comunità o in altre strutture territoriali dove collaboreranno con altri professionisti sanitari.

Generalmente è previsto un monte ore settimanale definito che il medico dedica alle diverse attività. Questo impegno orario può variare in base al numero di assistiti in carico

La mappa delle AFT (pdf670.5 KB)

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ultima modifica 2025-05-23T08:02:01+02:00
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