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Al Policlinico di Modena il prototipo di Fibroscan più avanzato al mondo

Diagnosi più precise e sempre meno invasive per prevenire e curare le malattie croniche del fegato

L’assessore Fabi: “Il nostro sistema regionale all’avanguardia a livello internazionale. Tecnologia e ricerca assi portanti per gli investimenti del futuro”

Sarà installato al Laboratorio di emodinamica epatica, uno dei più riconosciuti nel trattamento dell’ipertensione portale. Dati e risultati faranno scuola a livello mondiale

18 dicembre 2025 – Il Policlinico di Modena diventa la prima struttura sanitaria al mondo a sperimentare l’ultimo prototipo di Fibroscan, lo strumento che permette di diagnosticare in maniera non invasiva eventuali malattie croniche del fegato.

Echosens, l’azienda inventrice di Fibroscan, ha, infatti, concesso la sperimentazione di questo macchinario di ultima generazione al gruppo di ricerca guidato dal professor Filippo Schepis, responsabile della struttura Malattie epatiche complesse e del Laboratorio di emodinamica epatica del Policlinico. L’intesa è stata presentata oggi al Policlinico alla presenza, tra gli altri, anche di Laurent Sandrin, inventore di Fibroscan e Ceo di Echosens.

Un accordo che viene da lontano. Il Laboratorio, infatti, è stato fondato nel 2009 ed è riconosciuto tra i più avanzati in Europa nella diagnosi e nel trattamento dell’ipertensione portale associata sia a cirrosi epatica che a malattie vascolari rare del fegato. Esegue circa 300 procedure l’anno e tre anni fa è nato il percorso che ha portato a questa sperimentazione senza precedenti: quello di Modena, infatti, è uno dei pochissimi laboratori al mondo in grado di confrontare le misurazioni di questo speciale prototipo con i dati invasivi di riferimento. Dati che faranno scuola a livello internazionale nell’ambito della diagnostica epatica.

“Questo accordo conferma ancora una volta come il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna raggiunga vette di livello mondiale - sottolinea l’assessore alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi-. Innovazione, tecnologia e ricerca sono assi portanti per lo sviluppo della sanità del futuro, che dovrà essere sempre più precisa nelle diagnosi e sempre meno invasiva per i pazienti. Un traguardo che possiamo raggiungere- ha proseguito Fabi- lavorando in maniera collaborativa con chi investe in nuove apparecchiature, come in questo caso Echosens”.

“Per noi è motivo di grande orgoglio e responsabilità essere l'unico centro italiano e al mondo di sperimentazione del nuovo fibroscan– ha spiegato Luca Baldino, direttore generale dell’Aou di Modena–, grazie alla grande esperienza maturata in questo campo dai nostri specialisti. Questo progetto incarna alla perfezione l'anima che deve avere una struttura di terzo livello come la nostra, dove le competenze acquisite in passato – il Policlinico di Modena ha una lunghissima tradizione epatologica – devono sostenere gli sviluppi futuri”.

Diagnosi sempre più precise e meno invasive

Il Fibroscan ha rivoluzionato il modo di valutare la presenza di fibrosi avanzate o cirrosi del fegato. Infatti, se prima l’unica strada per verificare eventuali patologie era quella della biopsia, un esame che richiede il prelievo di un campione di tessuto, grazie al Fibroscan è possibile misurare la rigidità del fegato, ovvero l’indicatore indiretto della fibrosi, semplicemente appoggiando una sonda sull’addome del paziente. Senza aghi, senza dolore, senza rischi. Non solo: Fibroscan permette anche di valutare la presenza di ipertensione portale anche nella misurazione della rigidità della milza. Questo ultimo prototipo affina ulteriormente le proprie capacità e consente di acquisire variabili diagnostiche innovative e oggi non disponibili. Echosens ha messo a disposizione l’unico esemplare al mondo insieme all’ultimo modello commerciale del Fibroscan 630 Expert, del valore di 200mila euro.

Le malattie croniche del fegato colpiscono milioni di persone in Italia e nel mondo. Quando il fegato si ammala (le cause sono varie: l’abuso di alcol, l’accumulo di grasso o l’epatite virale cronica), il tessuto sano viene sostituito da tessuto cicatriziale in un processo di fibrosi che, se non identificata e trattata in tempo, può evolvere in cirrosi e portare a complicanze molto gravi.

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ultima modifica 2025-12-18T15:47:22+01:00
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