Luoghi di Lavoro che promuovono salute
Gli assessori Donini e Colla: “Investire nella salute e nella prevenzione è importante in ogni luogo di lavoro, pubblico o privato. Tanti buoni esempi giungono dalle nostre Aziende sanitarie"
Le imprese possono aderire volontariamente al progetto, inserito all’interno del Piano regionale della Prevenzione 2021-2025, realizzando azioni concrete per promuovere la salute dei dipendenti, al lavoro e fuori
11 marzo 2024 - Zero zucchero come impostazione di base nei distributori di caffè all’interno delle strutture dell’Ausl di Reggio Emilia. Un accorgimento all’apparenza piccolo, ma che ha permesso in un anno di dimezzarne quasi il consumo nelle bevande calde con un risparmio di 3,6 tonnellate di zucchero, e di evitare l’assunzione di circa 14 milioni e mezzo di calorie.
Per fare prevenzione e promuovere salute tutto può servire: organizzare camminate di gruppo, definire menu ipocalorici nelle mense, favorire l’attività fisica, sensibilizzare rispetto all’assunzione di comportamenti a rischio e incentivare l’adesione agli screening. Esempi di azioni e buone pratiche messe in campo dalle aziende dell’Emilia-Romagna che partecipano volontariamente al programma regionale ‘Luoghi di lavoro che promuovono salute’, promosso dalla Regione nell’ambito del Piano regionale della Prevenzione 2021-2025.
Da Piacenza a Rimini, sulla base dei dati raccolti e aggiornati a dicembre 2023, hanno aderito al programma 206 aziende pubbliche e private, per un totale di oltre 80.000 lavoratori e lavoratrici che possono essere coinvolti nelle attività.
“Il programma punta a diffondere la consapevolezza che investire sulla salute dei dipendenti rappresenta un patrimonio per ogni impresa e un valore aggiunto anche in termini di produttività- affermano gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e al Lavoro, Vincenzo Colla-. Una strategia di collaborazione tra sistema sanitario e mondo del lavoro, che da anni è uno degli obiettivi del Piano regionale della Prevenzione della Regione. L’ambiente di lavoro- proseguono gli assessori- rappresenta un luogo privilegiato per raggiungere tanti cittadini di ogni genere e fascia di età, con iniziative mirate ad adottare corretti stili di vita e a contrastare i fattori di rischio alla base delle principali malattie croniche. Tanti esempi di buone pratiche vengono dal privato, ma anche dalle stesse Aziende del servizio sanitario regionale che sono chiamate in prima battuta a dare l’esempio”.
L’impegno del servizio sanitario regionale per promuovere la salute nei luoghi di lavoro conta infatti molte buone pratiche (v. allegato): tornei sportivi aziendali, attività motoria nel tempo libero, gruppi di cammino e gare di orienteering; incentivazione degli spostamenti casa-lavoro in bicicletta anche grazie all’acquisto di mezzi aziendali, realizzazione di video tutorial sul benessere psico-fisico, e ancora percorsi di nutrizione per dipendenti in sovrappeso, attività di sensibilizzazione sugli screening e le campagne vaccinali.
Numerosi i progetti che anche le aziende private possono realizzare, come prevede il Programma ‘Luoghi di lavoro che promuovono salute’: ad esempio, installare distributori di cibi e bevande salutari, definire con i fornitori interni o esterni un menù bilanciato e non troppo calorico, offrire percorsi per smettere di fumare, sensibilizzare sui rischi connessi all’abuso di alcol e altre dipendenze patologiche; stipulare convenzioni agevolate per l’utilizzo di palestre, piscine e centri sportivi da parte dei propri dipendenti o favorire l’attività fisica interna con attività agonistiche; e ancora, promuovere gli screening oncologici e incoraggiare le vaccinazioni per i lavoratori a rischio.
Azioni mirate sono previste sul tema dell’invecchiamento attivo al lavoro dei lavoratori in età più avanzata, a maggior rischio di sviluppare malattie croniche, con l’obiettivo di individuare strumenti e strategie per favorire il loro mantenimento al lavoro con un ruolo attivo. Altri interventi inclusi nel programma riguardano la promozione di sani stili di vita nelle donne in età lavorativa, con la predisposizione di progetti indirizzati ad aumentare l’attività fisica e la corretta alimentazione.