Minori stranieri, anche non accompagnati, nuovi percorsi nei servizi sanitari
Insieme a Toscana, Lazio e Sicilia per realizzare interventi innovativi, replicabili a livello nazionale, nei percorsi di accoglienza sanitaria, diagnosi, prevenzione e cura. Tra cui una mappatura della mediazione interculturale nei servizi sanitari, 11 video in più lingue sulle vaccinazioni per i pazienti cronici e un sito web dedicato alle persone migranti più vulnerabili
4 novembre 2025 - Una mappatura della mediazione interculturale in sanità, che ha rilevato oltre 82.000 ore attivate nel 2024 dalle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna tra presenza fissa, interventi programmati o urgenti e interpretariato telefonico. Un video tradotto in 11 lingue, oltre all’italiano, incentrato sull’importanza delle vaccinazioni per chi ha una patologia cronica. Un nuovo sito web https://salutemigranti.emilia-romagna.it/ (in fase di completamento) dedicato a tutti i progetti sanitari rivolti ai migranti più vulnerabili per garantirne il diritto alla salute, l’inclusione e la presa in carico integrata; sito che mette a disposizione degli stessi operatori, nell’hub traduzione, documenti in molteplici lingue da utilizzare in base al Paese di provenienza dei migranti, in complementarità con i progetti ICare e Fami-Persone.
Insieme all'attività di formazione, sono alcuni dei risultati ottenuti in Emilia-Romagna nell’ambito di un progetto ministeriale CCM - Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie che ha coinvolto, oltre alla Regione Emilia-Romagna come ente capofila, Toscana (Istituto Meyer di Firenze), Lazio (ASL Roma 1) e Sicilia (ASP Trapani).
Nato con l’obiettivo di realizzare un modello innovativo nei percorsi di accoglienza sanitaria, diagnosi, prevenzione e cura dei minori stranieri e dei minori stranieri non accompagnati, il progetto è al centro del convegno “Minori stranieri e minori stranieri non accompagnati: nuovi percorsi nei servizi sanitari”, organizzato mercoledì 5 novembre, dalle ore 9 alle 16,30 a Bologna, nella sede della Fondazione Lercaro (via Riva di Reno 57). Un’occasione per presentare anche gli atri risultati realizzati all'interno del progetto CCM: la “Mappatura delle attività di mediazione interculturale in sanità in Emilia-Romagna nel 2024”, l'indagine “Tra norme giuridiche e pratiche quotidiane: l’applicazione del protocollo per l’accertamento dell’età dei Msna”, condotta dalla Fondazione Ismu in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, e la ricerca “Accesso alle cure dei minori e dei minori stranieri non accompagnati in quattro Regioni” (Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia), realizzata dalla Toscana. Più due ulteriori focus: lo sviluppo delle attività di prevenzione delle mutilazioni genitali femminili messe in campo nel Lazio e il lavoro di promozione della salute e delle vaccinazioni realizzato in Sicilia.
Il progetto CCM è nato per rispondere a un bisogno urgente: garantire ai minori stranieri, spesso in condizione di estrema vulnerabilità, un accesso equo e tempestivo ai servizi sanitari; attraverso un approccio integrato, interculturale e interregionale, l’obiettivo è quello di costruire modelli utili e concreti, replicabili su scala nazionale. Partendo, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, da quanto già c’è: una rete, quella tra istituzioni, Terzo settore e professionisti sanitari, che è motore del funzionamento, della continuità e dell’efficacia degli interventi.
I dati in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna al 31 marzo 2025 si contavano 1.362 minori stranieri non accompagnati, pari all’8,82% del totale nazionale (16.187), un dato in calo rispetto ai picchi registrati nel biennio 2022-2023, ma in linea con l’andamento nazionale. La maggior parte è accolta nel territorio metropolitano di Bologna (33,11%), seguita da Ravenna 9,99% (136), Modena 9,25% (126), Forlì-Cesena 9,3% (123), con la distribuzione territoriale che sta diventando più omogenea. Il quadro demografico mostra che quasi 8 su 10 sono maschi e che il 43% ha 17 anni. Metà dei minori è ospitata nei progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione), attivati su base volontaria dai Comuni. L’altra metà è accolta in comunità educative autorizzate a livello regionale.
Sul fronte giuridico, il 77% dei minori ha un permesso di soggiorno per minore età, mentre un altro 8% gode di protezione internazionale. I principali Paesi di provenienza sono Ucraina, Tunisia, Egitto e Gambia, anche se in Emilia-Romagna si registra una presenza relativamente minore di egiziani e gambiani rispetto al dato nazionale.
In Italia, dal 2017 per tutti i minori stranieri presenti sul territorio - con o senza genitori - ed indipendentemente dalla regolarità del soggiorno, è prevista l'iscrizione obbligatoria al Servizio sanitario nazionale e l’attribuzione del pediatra di libera scelta. Ma l’attività di accoglienza, cura e assistenza garantita dalla Regione per i cittadini stranieri - sintetizzata sul sito https://salute.regione.emilia-romagna.it/stranieri - spazia dai servizi per le famiglie, con i Consultori familiari e Spazi per le donne immigrate e i loro bambini, alla mediazione interculturale all’interno delle strutture sanitarie, dove operatrici e operatori sono a disposizione per facilitare l’accesso ai servizi e la relazione con il personale sanitario.
Un’attività, quest’ultima, che nel 2024 ha superato le 82mila ore. Nell’intera regione i servizi di mediazione interculturale in ambito sanitario coprono un totale di 33 lingue; tra quelle più richieste oltre all’inglese, albanese, arabo, bengalese, farsi, cinese, cingalese, romeno, russo, ucraino.