Piano sangue 2017-2019
In continuità con il Piano precedente (2013-2015), il nuovo documento punta a conservare, mediante attività di programmazione e coordinamento, i livelli di autosufficienza regionale di sangue,emocomponenti e plasmaderivati per le strutture sanitarie, pubbliche e private,attraverso la donazione volontaria e non remunerata.
Il Piano, inoltre, punta alla standardizzazione delle procedure trasfusionali che garantiscano la massima sicurezza possibile per il donatore e per il paziente attraverso l’applicazione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche in materia di medicina trasfusionale. In quest’ottica, verranno definiti piani adeguati di formazione e di mantenimento della professionalità nell’ambito di medicina trasfusionale.
Oltre al tema della sicurezza del sistema trasfusionale, il Piano promuove, attraverso l’attività dei Comitati Ospedalieri per il Buon Uso del Sangue (COBUS), un utilizzo corretto della “risorsa sangue”, secondo criteri di appropriatezza e lo sviluppo di metodologie organizzative con l’individuazione di indicatori appropriati.
Il nuovo Piano prevede la progressiva “centralizzazione” delle attività di lavorazione e produzione delle unità di sangue raccolte nelle due sedi di Bologna e di Cesena-Pievesestina, sulla base di criteri di massima qualità e gestione trasparente delle scorte. In base alle indicazioni contenute nel documento, dunque, quanto viene raccolto nelle due Aree Vaste Emilia Centrale e Nord confluirà su Bologna. Per la realizzazione di questo importante obiettivo sarà costituito un apposito gruppo di lavoro regionale a cui parteciperanno i tecnici del sistema sangue ed i rappresentanti del volontariato.
Verrà sviluppata anchela rete informativa regionale del “sistema sangue”, così da garantire un elevato livello di sicurezza informatica, la standardizzazione delle procedure trasfusionali, la sicurezza e la tracciabilità su tutto il territorio regionale delle modalitàdi raccolta, lavorazione, assegnazione e trasfusione. Il Piano indica, infine, di sostenere ulteriormente le associazioni e le federazioni di donatori di sangue, integrandole gradualmente nel sistema informatico regionale, nella promozione e nello sviluppo della donazione con campagne di sensibilizzazione, e nella cura della salute dei donatori.
Il sistema sangue dell’Emilia-Romagna
La Consulta tecnica permanente per il sistema trasfusionale regionale, presieduta dall’Assessore regionale alle politiche per la salute, è l’organismo rappresentativo di tutti i soggetti del sistema regionale ed è la sede dove - a livello preliminare - vengono predisposte e condivise le strategie programmatiche e di indirizzo, in stretta sinergia con il livello nazionale.
Il Centro regionale sangue (CRS) è la struttura di coordinamento e di controllo tecnico scientifico, con il compito di garantire l’autosufficienza regionale e di concorrere all’autosufficienza nazionale attraverso l’invio di unità di sangue, emocomponenti ed emoderivati alle Regioni carenti. Il CRS opera di intesa con la Consulta e in sinergia con il Centro nazionale sangue.
L'Assessorato regionale politiche per la salute della Regione monitora e valuta i risultati della raccolta, del consumo, dell'invio di sangue e plasma alle Regioni carenti.
Le due associazioni di volontariato più importanti sono Avis e Fidas.