Nasce il Profilo di salute online della popolazione dell’Emilia-Romagna
Progettato e realizzato dalla Regione per metterlo a servizio delle istituzioni, degli addetti ai lavori e di tutti i cittadini
L’assessore Fabi: “Uno strumento fortemente innovativo, per affrontare le sfide sanitarie in modo ancor più mirato ed efficace”
Presentato in conferenza stampa a Bologna, è online da oggi al link regioneer.it/profilodisalute. L’Emilia-Romagna è la seconda Regione ad averlo
6 ottobre 2025 - Come sta, o più tecnicamente qual è il “Profilo di salute” della popolazione dell’Emilia-Romagna? Quali sono, ad esempio, a livello regionale, provinciale o addirittura distrettuale le malattie croniche, infettive e degenerative più diffuse? Quali i tassi e le cause di mortalità? E quale il contesto sociale, demografico ed economico di quello specifico territorio, utile a segmentare le politiche di prevenzione?
Le risposte, numericamente precise, a queste e a tante altre domande ci sono, e sono alla portata di tutti, grazie al Profilo di salute online messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna: un sistema avanzato di raccolta, gestione e analisi dei dati sanitari che può essere consultato gratuitamente non solo da istituzioni, ricercatori, professionisti e autorità sanitarie e quindi dagli addetti ai lavori, ma dagli stessi cittadini. Con un semplice click, accedendo alla banca dati, online da oggi sul portale della Regione a questo link regioneer.it/profilodisalute è possibile consultare e analizzare tutti gli open data raccolti ed effettuare vari tipi di ricerca.
Ad oggi, a livello nazionale, l’Emilia-Romagna è la seconda Regione dopo il Lazio a dotarsi di questo strumento, che l’assessorato alle Politiche per la salute, in particolare il settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica, ha progettato e realizzato per supportare la programmazione degli interventi di prevenzione. Il Profilo di salute è basato su un Sistema informativo sanitario regionale che raccoglie dati provenienti da diverse fonti, tra cui ospedali, strutture sanitarie locali e altre piattaforme di monitoraggio sanitario; le informazioni vengono organizzate in un formato accessibile, che consente di visualizzare i dati non solo a livello regionale, ma anche con un alto grado di dettaglio provinciale, distrettuale e per alcuni ambiti comunale.
Oggi in Regione, a Bologna, la presentazione in conferenza stampa da parte dell’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi.
“Grazie a questo strumento, che definirei di straordinaria importanza, utilità e trasparenza, possiamo affrontare le sfide sanitarie in modo ancor più mirato ed efficace, pensando alla programmazione di interventi diversificati sulla base delle diverse realtà fotografate, ad esempio l’età della popolazione, la prevalenza di malattie croniche o le cause di mortalità- commenta Fabi-. Con una tale quantità e specificità di open data disponibili e consultabili facilmente, le autorità sanitarie possono pianificare azioni mirate a livello provinciale e distrettuale, garantendo una risposta tempestiva alle esigenze locali. Per la Regione si tratta anche di uno strumento per monitorare e capire se quello che stiamo facendo in ambito sanitario in un territorio va bene o è migliorabile con azioni specifiche e localizzate”.
“Siamo certi- aggiunge l’assessore- che il Profilo di salute online dell’Emilia-Romagna, che via via potenzieremo con ulteriori sezioni e dati, possa diventare una piattaforma di riferimento per gli addetti ai lavori e un mezzo per coinvolgere la comunità: la disponibilità di dati aperti consente ai cittadini di essere più informati sulle politiche sanitarie regionali e di partecipare attivamente agli interventi di prevenzione. Facciamo un ulteriore passo avanti in termini di trasparenza nei processi decisionali e di responsabilità, perché l’accesso ai dati incentiva il controllo pubblico e contribuisce a rafforzare la sostenibilità del sistema sanitario, con politiche preventive ancor più mirate e basate su evidenze scientifiche”.
Dalla carta al web: la piattaforma che vede oggi la luce nasce dall’evoluzione di un progetto già in essere in Emilia-Romagna, la raccolta in un volume dei dati relativi allo stato di salute della popolazione, utilizzato per la stesura ogni quattro anni del Piano regionale della prevenzione. Informazioni che oggi la Regione ha deciso di rendere disponibili e consultabili online, con un duplice vantaggio: i dati vengono aggiornati con una frequenza molto maggiore, circa una volta l’anno rispetto ai quattro di prima, e viene garantita per la ricerca la massima flessibilità agli utenti.
Per favorire la conoscenza e l’utilizzo di questo strumento, l’assessorato alle Politiche per la salute organizzerà già nelle prossime settimane 3 webinar di formazione: il primo, il 14 ottobre, dedicato agli Enti locali; il secondo il 15 ottobre, riservato alle Aziende sanitarie, e il terzo, in collaborazione con l’Ordine regionale dei giornalisti, il 21 novembre (sarà reso disponibile sulla piattaforma nei prossimi giorni), per spiegare nel dettaglio le possibilità pratiche di utilizzo del Profilo.
Come funzione il Profilo di salute online
Le fonti dei dati che alimentano il Profilo di salute sono il Sistema informativo politiche per la salute e politiche sociali (Siseps), l’Ufficio statistico regionale, l’Istat e le Indagini campionarie coordinate da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Passi, Hbsc, Okkio alla salute).
Tre le sezioni già attive:
contesto socio-demografico, per favorire la corretta segmentazione delle politiche preventive sulla base delle caratteristiche della popolazione; tre ambiti di ricerca consentono di analizzare con precisione: distribuzione della popolazione residente, italiana e straniera; trend e distribuzione geografica dei principali indici demografici; fattori economici e sociali rilevanti per la salute, come difficoltà economiche, titolo di studio e occupazione;
malattie croniche, con dati disponibili per annualità, Ausl, Provincia e distretto sanitario, per sesso e classi d’età, cruciali per identificare i gruppi di popolazione a rischio e pianificare interventi preventivi e mirati;
mortalità, con possibilità di ricercarne i principali indicatori e cause nel tempo a livello regionale, provinciale e comunale, stratificati per età e sesso; mappe interattive per confrontare l’andamento della mortalità sul territorio.
A questi ambiti tematici se ne aggiungeranno altri tre, in fase di elaborazione: vaccinazioni, per osservare l’adesione ai piani vaccinali a livello provinciale e regionale; malattie infettive, con monitoraggio dell’incidenza per ogni provincia e distretto; stili di vita, per raccogliere informazioni sulla popolazione come alimentazione, attività fisica, fumo, alcol, fattori di rischio ambientali e sociali che ne influenzano la salute.
Le informazioni vengono organizzate in un formato che consente di visualizzare i dati sia a livello regionale, sia con un alto grado di dettaglio geografico. É possibile effettuare anche ricerche per gruppi (ad esempio età, sesso) e verificare l’evoluzione temporale dei fenomeni, identificando le variazioni rispetto al passato e analizzandone le cause.
Vantaggi del Profilo di salute online
L'utilizzo degli open data sanitari offre molteplici vantaggi per la programmazione degli interventi di prevenzione.
Pianificazione mirata e adattata: la disponibilità di dati dettagliati e disaggregati a livello provinciale e distrettuale permette di sviluppare interventi di prevenzione personalizzati, rispondendo in modo efficace alle necessità specifiche delle diverse aree. Ad esempio, se un distretto ha una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari è possibile rafforzare le campagne di sensibilizzazione e screening in quella zona.
Monitoraggio continuo e aggiornamento dei programmi preventivi: gli open data sanitari consentono di monitorare in tempo reale l'andamento delle iniziative di prevenzione. Le autorità sanitarie possono adattare tempestivamente le strategie di intervento in base ai risultati delle analisi dei dati, ottimizzando l’allocazione delle risorse.
Migliore allocazione delle risorse: l'accesso a dati sanitari aperti e dettagliati permette di identificare le aree con le maggiori necessità sanitarie, garantendo che le risorse (come fondi, personale sanitario e strutture) vengano distribuite in modo equo ed efficiente e riducendo le disuguaglianze nell'accesso alla salute.
Prevenzione basata su evidenze: è possibile analizzare i trend di salute in modo dettagliato, come la prevalenza di malattie croniche, i tassi di vaccinazione e i comportamenti di rischio (ad esempio fumo, alcolismo), per sviluppare politiche di prevenzione basate su evidenze scientifiche e dati concreti.
Trasparenza e responsabilità: l'apertura dei dati sanitari favorisce la trasparenza nei processi decisionali e la responsabilità delle istituzioni sanitarie, in quanto i cittadini e i ricercatori possono accedere e analizzare i dati sanitari e di prevenzione, migliorando il controllo pubblico e la fiducia nelle politiche sanitarie.
Coinvolgimento attivo della comunità: la disponibilità di dati aperti consente ai cittadini di essere più informati sulle politiche sanitarie regionali e di partecipare attivamente agli interventi di prevenzione. Le persone possono monitorare i propri progressi nei programmi di screening e vaccinazione, migliorando il coinvolgimento nelle attività preventive.
Sostenibilità ed efficienza: avere dati aperti e aggiornati favorisce una gestione più sostenibile ed efficiente dei servizi sanitari, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità degli interventi.
Esempi di utilizzo
Ricerche sulla popolazione per l’adozione di politiche mirate
Oltre ai dati più standard, come il numero di residenti, è possibile ottenere informazioni preziose sui principali fattori di rischio socio-economici della popolazione, ad esempio la percentuale di cittadini stranieri, la quota di persone che vivono da sole, il numero di anziani ogni 100 persone in età lavorativa e tante altre. Informazioni che permettono di comprendere meglio le caratteristiche e i bisogni della comunità, e quindi di pensare a politiche socio-sanitarie mirate. Ad esempio, nei comuni dell’Appennino si osserva una bassa densità abitativa, una scarsa presenza di immigrati, una percentuale di anziani particolarmente elevata (oltre 50 ogni 100 persone in età lavorativa) e un’alta incidenza di persone che vivono sole.
Potenziamento dei servizi di base in funzione delle patologie croniche più diffuse o a maggiore impatto sulla salute
Un’analisi epidemiologica del territorio consente di identificare le patologie croniche maggiormente incidenti e con il più alto impatto in termini di carico di malattia. Circoscrivendo la ricerca a una singola Ausl, può ad esempio emergere una prevalenza di patologie croniche leggermente superiore alla media regionale, e al contempo una maggiore anzianità della popolazione locale. In questa Ausl le malattie croniche più frequenti risultano essere quelle di tipo metabolico, seguite dalle muscoloscheletriche e dalle neoplasie, con una distribuzione relativamente omogenea tra i distretti.
Tuttavia, se si considera il livello di gravità e l’impatto complessivo sulla salute della popolazione, le neoplasie emergono come le patologie più rilevanti, seguite da quelle psichiatriche; queste ultime, sebbene meno frequenti, sono altamente invalidanti, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione. L’analisi delle comorbidità evidenzia infine come le malattie psichiatriche - quali depressione, psicosi e schizofrenia - siano frequentemente associate ad altre condizioni croniche, contribuendo ad aggravarne il decorso. Tutti dati estremamente importanti e utili per individuare le aree su cui concentrare l’azione e quali interventi mirati adottare.