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Screening mammografico

Perché lo screening si effettua tra i 45 e i 74 anni?

Perché questa è la fascia di età in cui si raggiungono i migliori benefici con il minor rischio possibile secondo le evidenze scientifiche. La periodicità è biennale tra i 50 e i 74 anni e annuale dai 45 ai 49 anni in quanto è più frequente avere una maggiore densità dei seni e questo limita la possibilità di individuare con la mammografia alterazioni sospette. Al di sotto dei 40 anni la mammografia non è indicata come esame per la diagnosi precoce dei tumori al seno. Tra i 40 e i 44 anni i rischi/benefici devono essere valutati con lo specialista per ogni singola donna. Oltre i 74 anni aumentano le probabilità di individuare tumori a scarsa potenzialità evolutiva.

Quali sono i fattori che predispongono al tumore al seno?

E’ difficile rispondere a questa domanda perché le conoscenze disponibili ci permettono soltanto di esprimerci in termini, piuttosto generici, di maggiore probabilità. Con questa premessa si può sottolineare come alcune condizioni siano state messe in correlazione, direttamente o indirettamente, con un maggiore rischio di sviluppare un tumore della mammella. Tra queste:

  • il non aver avuto figli;
  • l'avere avuto la prima gravidanza in età tardiva (> 30 anni);
  • l'avere avuto la prima mestruazione precocemente;
  • l'avere avuto la menopausa tardivamente;
  • l'avere più di 45 anni;
  • l'aver già avuto un carcinoma della mammella;
  • l'avere familiari che hanno avuto un tumore della mammella o dell’ovaio;
  • l’esser portatrice di rischio ereditario per presenza di mutazioni BRCA1 e 2.

Cosa fare se si hanno familiari con patologie tumorali?

La presenza di familiari che hanno avuto tumore della mammella o dell’ovaio, possono aumentare il rischio di queste patologie, tuttavia occorre osservare che la grande maggioranza di tumori al seno non sono legati ad alcuna familiarità. In Regione Emilia-Romagna è attivo dal 2012 un percorso completamente gratuito per la valutazione del rischio eredo-familiare (anche in occasione della mammografia di screening) con successiva presa in carico delle donne identificate come a maggior rischio e della delicata  gestione delle donne portatrici di rischio ereditario (BRCA1 e 2 positive). Si sottolinea che un lieve/moderato aumento del rischio non modifica l’intensità dei controlli e il percorso di screening con mammografia ogni anno tra i 45 e i 49 anni e ogni 2 anni tra i 50 e i 74 anni, risulta adeguato.

E’ utile fare l’ecografia al seno?

L’ecografia è un esame di completamento della mammografia e della visita, serve per verificare immagini radiografiche che non siano chiare, o noduli o addensamenti al seno. Da sola generalmente non è in grado di evidenziare anomalie della mammella.

In che cosa consiste l’esame?

La donna viene invitata ad appoggiare una mammella per volta su un piano del mammografo e a seguire le istruzioni del tecnico di radiologia sanitaria.
Il seno viene leggermente compresso e vengono eseguite le radiografie sia in senso orizzontale che verticale. La compressione può provocare un certo fastidio, che però dura solo alcuni secondi. Complessivamente l’esame dura 10-15 minuti.

Quali sono le condizioni in cui si può eseguire la mammografia e quando non si può?

La mammografia è un esame che non necessita di una preparazione particolare e non ha particolari controindicazioni.

La mammografia di screening, in generale, non si esegue in gravidanza. Pertanto la donna in gravidanza che riceve un invito è bene che contatti il Centro Screening locale per comunicare il suo stato e programmare l’esame dopo il parto.

Durante l’allattamento al seno, anche se possibile eseguire la mammografia, si consiglia di contattare il centro screening di riferimento.

Alle donne che ricevono l’invito per la mammografia di screening, ma hanno eseguito una mammografia da meno di 12 mesi consigliamo di telefonare al Centro Screening locale per comunicarlo.

Per le donne fertili il periodo del ciclo mestruale è indifferente per eseguire la mammografia, anche se nel periodo premestruale si può verificare uno stato di maggiore tensione mammaria che può provocare una sensazione di maggiore fastidio durante l’esecuzione della mammografia.

Si può effettuare la mammografia anche se si hanno secrezioni dal capezzolo. Tuttavia, nel caso di secrezioni ematiche (sangue), è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante.

Fare regolarmente la mammografia permette di prevenire l'insorgenza del tumore al seno?

No, la mammografia è un esame che consente la diagnosi precoce di un tumore alla mammella già presente, ossia di un tumore nella fase iniziale di sviluppo e quindi più facilmente trattabile e con maggiore probabilità di guarigione.

Quali sono i limiti della mammografia come test di screening?

La mammografia, come tutte le tecniche diagnostiche, ha dei limiti dovuti alla difficoltà di interpretazione delle caratteristiche del tessuto della mammella o perché la lesione è talmente piccola da non essere riconoscibile dal mammografo. Tuttavia, grazie al costante monitoraggio della qualità tecnica della lettura, quando è presente un tumore, anche molto piccolo, nel 75-80% dei casi viene rilevato.

E’ raro (circa 1 donna ogni 1.500 che fanno la mammografia), ma è possibile che, dopo una mammografia dall’esito negativo e prima del controllo successivo, si possa sviluppare un “tumore di intervallo”. E’ dunque molto importante che ogni donna presti attenzione ad eventuali cambiamenti del seno nell’intervallo di tempo tra due esami mammografici e riferirli rapidamente al proprio medico di fiducia.

E’ anche possibile che con la mammografia si scoprano tumori molto piccoli ma a lenta crescita (circa il 10%) che, anche se non diagnosticati, non avrebbero causato problemi per la salute della donna; questo fenomeno, chiamato “sovradiagnosi”, è purtroppo inevitabile poiché non abbiamo tecniche che permettano di distinguere fin dall’inizio quali tumori progrediscono  e quali no.

Può essere dannoso fare tante mammografie visto che sono radiografie?

Di solito viene consigliato di evitare la ripetizione se l’ultima mammografia è stata eseguita nei 12 mesi precedenti l’invito per le donne di età tra i 50 e i 74 anni.
Nei centri di screening del Servizio sanitario vi sono moderne apparecchiature che utilizzano dosi di raggi X molto basse.

Si effettuano inoltre periodici controlli di qualità obbligatori sia delle attrezzature che delle procedure utilizzate. Il rischio, quindi, è estremamente basso e di gran lunga inferiore ai vantaggi offerti dalla mammografia.

A chi e in che modo viene comunicato l’esito dell’esame?

In caso di esito normale (negativo), la risposta viene comunicata all’interessata con una lettera a domicilio, generalmente entro un mese. Se l’esame non è ben leggibile o vi si rilevano delle alterazioni, l’interessata viene contattata telefonicamente dal personale dello screening per ripeterlo o per eseguire ulteriori accertamenti diagnostici.

Mi hanno richiamato per accertamenti: cosa vuol dire?

Essere sottoposte a trattamento chemioterapico condiziona gli esami?

Non vi sono controindicazioni.

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ultima modifica 2019-10-29T11:44:28+02:00
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