Rete regionale del tumore ovarico
La Regione Emilia-Romagna opera da tempo con l’obiettivo di qualificare l’assistenza alle persone affette da patologie tumorali lungo l’intero percorso diagnostico e terapeutico, dalla prevenzione al trattamento, ai successivi controlli.
Il tumore ovarico rappresenta la neoplasia ginecologica con la più alta incidenza di mortalità. Non particolarmente frequente (rappresenta il 3% dei tumori femminili), si accompagna spesso a una prognosi severa, dal momento che nel 75-80% dei casi la diagnosi avviene in fase avanzata.
In questa patologia il trattamento chirurgico riveste un ruolo fondamentale: una corretta gestione chirurgica della paziente con tumore maligno dell’ovaio garantisce una migliore sopravvivenza.
Dati di letteratura scientifica mostrano una relazione positiva tra volumi di attività chirurgica per struttura ed esiti clinici: questo significa che le pazienti affette da carcinoma ovarico trattate in Centri ad alto volume di attività presentano le sopravvivenze migliori. E poiché le competenze cliniche su questo tumore non sono diffuse, è fondamentale che queste patologie siano prese in carico in centri di riferimento dotati delle competenze necessarie, con volumi di attività importanti e in grado di organizzare percorsi diagnostici e terapeutici multidisciplinari.
Per garantire una presa in carico effettiva della paziente, in grado di superare la frammentazione delle attività cliniche, è stato necessario disegnare l’intero percorso che integra in modo armonico e consequenziale le singole fasi, dall’accesso alla diagnosi, ai trattamenti, al follow-up.
Nel 2017 è stato individuato il centro di riferimento regionale per il trattamento del tumore ovarico presso l’Oncologia Ginecologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, a cui è affidato il compito di garantire, oltre all’attività chirurgica di routine, il trattamento della casistica più complessa o rara e la promozione della didattica e la ricerca nel settore specifico, sia in ambito medico che chirurgico (DGR n. 2113/2017).
Nel 2019 sono state emanate le raccomandazioni regionali per la “Definizione della Rete Regionale e del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per il trattamento della neoplasia ovarica” con l’obiettivo di costruire una rete di centri di eccellenza in grado di garantire alti livelli organizzativi ed elevata clinical competence (DGR n. 2242/2019).
L’obiettivo del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale è quello di assicurare appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate e un approccio multidisciplinare che renda operativa la continuità delle cure tra i diversi professionisti intra ed extra-ospedalieri, riducendo la variabilità nel trattamento tra diversi soggetti affetti da medesima patologia. Una rete di servizi caratterizzata da una presa in carico attiva e un ruolo centrale delle pazienti, secondo un approccio che sappia essere non solo efficace, ma umano.
In questo ambito la collaborazione con le associazioni di volontariato rappresenta un’alleanza preziosa e un riconoscimento per il lavoro quotidiano svolto a fianco delle donne.
Un esempio di questa sinergia è la pubblicazione dell’opuscolo “Il tumore ovarico: la rete e il Percorso Diagnostico-Terapeutico e Assistenziale della Regione Emilia-Romagna” realizzato da Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Loto Onlus.
La rete regionale in sintesi
Centri ospedalieri di I livello
Sono rappresentati da tutti gli ospedali dotati di servizio di ginecologia che effettua le procedure diagnostiche necessarie a caratterizzare il rischio di una massa annessiale e operano all’interno di un percorso di collaborazione con il centro Hub di riferimento.
Presso questi centri può essere assicurato il trattamento oncologico medico a completamento della strategia terapeutica in accordo col centro Hub di riferimento.
Il trattamento del carcinoma ovarico, anche in stadio iniziale, può essere eseguito soltanto nei centri Hub individuati per il trattamento del tumore ovarico.
Centri ospedalieri Hub di II livello
Il Centro di II livello ha il compito di prendere in carico la paziente, di completare l’iter diagnostico, attivare il gruppo multidisciplinare (ginecologo oncologo, oncologo medico, radioterapista, genetista e anatomo-patologo) per la discussione della strategia terapeutica e procedere al trattamento chirurgico qualora indicato.
I centri di II livello finora identificati sono rappresentati dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, dall’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna. Per il territorio della Romagna l’organizzazione di riferimento verrà individuata a breve.
Centro di riferimento regionale (Hub di III livello)
Il Centro di III livello, individuato presso la Unità Operativa di Oncologia Ginecologica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, rappresenta il riferimento per l’intera rete regionale per il trattamento chirurgico dei casi più complessi o inoperabili o rari, inviati direttamente dai centri di I o II livello dopo discussione multidisciplinare. Contemporaneamente, svolge le funzioni di centro di II livello per l’AVEC e di centro di I livello per il proprio bacino di utenza. Svolge un’attività di sostegno all’intera rete e promuove e coordina la didattica e la ricerca nel settore specifico (DGR 2113/2017).
Normativa