Domande generali (FAQ)
Come posso partecipare allo screening?
Tutte le persone residenti o domiciliate assistite (Serve la richiesta del medico curante?)
In Emilia-Romagna, nella fascia di età prevista per ciascuno screening, sono automaticamente invitate con una lettera a domicilio e/o tramite fascicolo sanitario elettronico.
Cosa fare se non mi è arrivato l’invito e sono nella fascia di età interessata?
Generalmente gli inviti sono molto regolari e sono programmati a partire dal compimento dell’età di inizio dello screening o in base all’intervallo previsto dall’ultimo esame eseguito o dal precedente invito. È comunque possibile richiedere informazioni al Centro screening della propria AUSL.
Se non ho aderito all’ultimo invito, posso farlo ora?
L’organizzazione degli inviti e degli appuntamenti è abbastanza complessa e spesso prevede già una lettera di sollecito. È comunque possibile concordare il prossimo invito contattando il Centro screening della propria AUSL.
Ho perso la lettera di invito, come posso fare?
Contatta il centro screening per ricevere informazioni per partecipare.
Perché partecipare allo screening invece di fare l’esame per conto proprio?
Perché:
- Il programma di screening è sottoposto a un rigoroso monitoraggio della qualità in tutte le sue fasi: tutti i dati vengono rilevati e analizzati periodicamente per verificare di raggiungere sempre il miglior livello qualitativo possibile, confrontandosi con gli standard italiani ed europei.
- Tutto il percorso è organizzato e gratuito: dal test di screening fino all’eventuale diagnosi e cura la persona viene accompagnata in tutte le fasi. I professionisti dei vari servizi si riuniscono con regolarità per discutere i percorsi individuali più appropriati.
- Il programma è dotato di un protocollo che è stato studiato e condiviso dai migliori professionisti del settore, i quali periodicamente si riuniscono per aggiornarlo alla luce delle nuove evidenze scientifiche.
Il programma di screening coinvolge milioni di persone, pertanto è altamente specializzato, attento alle innovazioni tecnologiche del settore, alla formazione e aggiornamento del personale, ai controlli di qualità.
I valori costantemente perseguiti nel programma sono: equità, accompagnamento, qualità e comunicazione/informazione.
Tutti gli esami sono gratuiti?
Sì, sia il test di screening che tutti gli eventuali esami di accertamento, i trattamenti e i controlli successivi.
Serve la richiesta del medico curante?
No, non occorre l’impegnativa del medico curante. È sufficiente portare la lettera di invito, la tessera sanitaria e un documento di identità.
Viene inviato l’invito anche a chi non ha scelto il medico di famiglia?
Sì, purché residente in Emilia-Romagna. Le persone che hanno solo il domicilio in Emilia-Romagna ricevono invece l’invito se assistite, cioè se hanno anche scelto un medico di famiglia della Regione Emilia-Romagna.
Per verificare la propria posizione è comunque possibile contattare il Centro screening della propria AUSL.
È possibile cambiare la data e l’ora dell’appuntamento?
Sì, è possibile cambiare la data e l’ora dell’appuntamento con le modalità indicate nella lettera di invito. In caso di smarrimento della lettera contattare il Centro screening della propria AUSL.
È importante comunicare anche l’eventuale impossibilità a partecipare o la scelta di non aderire ai programmi di screening.
Viene rilasciata una giustificazione per l’assenza dal lavoro?
Sì, su richiesta della donna per quanto riguarda la mammografia e il test di screening del collo dell’utero e per tutti gli esami di approfondimento eventualmente necessari dei tre screening.
Che cosa dovrei sapere prima di fare lo screening?
E’ opportuno leggere l’opuscolo informativo ricevuto insieme all’invito, presente anche in questo sito ai link della campagna informativa di ciascuno screening (collo utero; colon retto, seno). È possibile anche informarsi su come e quando eseguire il test di screening consultando domande e risposte specifiche per ciascuno screening.
Quali sono i possibili benefici dello screening?
Effettuare lo screening aumenta molto la probabilità di individuare la presenza di un tumore quando è ancora in fase iniziale, questo permette di effettuare cure meno invasive e più efficaci. In Italia il rischio di avere una diagnosi di tumore alla mammella nel corso della vita è pari a una donna ogni otto e il tumore della mammella femminile è la neoplasia più frequentemente diagnosticata nelle donne.
Per il colon retto e il collo dell’utero effettuare lo screening permette addirittura di individuare lesioni che sono solo a rischio di evolvere, generalmente dopo lungo tempo e solo in piccola parte, verso forme maligne. Il trattamento di queste lesioni previene l’eventuale insorgenza del tumore. In Italia il rischio di avere una diagnosi di tumore del collo dell’utero nel corso della vita è pari a una donna ogni 170 e per il tumore del colon retto un uomo ogni 20 e una donna ogni 32.
Quali sono i possibili rischi dello screening?
In generale, vi è la possibilità di essere richiamati per ulteriori accertamenti, talora di tipo invasivo, che poi escludono la presenza di tumori e/o lesioni pretumorali (falsi positivi). È possibile che in alcune situazioni il test porti a identificare forme a bassa potenzialità di evolvere, che potrebbero regredire o che comunque non avrebbero dato mai sintomi. Si potrebbe verificare, in questi casi, un trattamento inutile, con tutti i rischi e i disagi che ciò può comportare (sovradiagnosi).
Non ci sono test di screening infallibili, è possibile che il test risulti negativo anche se la malattia è già presente (falsi negativi). Deve essere inoltre ricordata la possibilità di comparsa di una forma tumorale tra due test di screening successivi, occorre quindi prestare sempre attenzione ai segnali del proprio corpo e, in tal caso, rivolgersi al proprio medico curante.
Per saperne di più puoi consultare domande e risposte specifiche per ciascuno screening.
Perché non si può attuare un programma di screening di popolazione per tutte le malattie?
Le condizioni necessarie per attuare un programma di screening sono:
- la malattia che si vuole identificare è un problema di salute pubblica che coinvolge un elevato numero di persone;
- esistono lesioni a rischio e/o stadi precoci nel corso dello sviluppo della malattia che si possono diagnosticare tramite screening;
- il trattamento effettuato durante lo stadio precoce della malattia comporta vantaggi (diminuzione di mortalità e/o di nuovi casi) rispetto al trattamento in uno stadio più tardivo;
- il test è accettabile dalla popolazione ed è inoltre gratuito, ripetibile, innocuo, facile da eseguire e di basso costo;
- esistono strutture sanitarie qualificate in grado di effettuare la diagnosi e la terapia.
Perché è bene ripetere gli esami di screening secondo l’intervallo consigliato?
L’intervallo proposto tra un esame e l’altro di screening è quello che garantisce il miglior equilibrio tra rischi e benefici secondo le attuali evidenze scientifiche. Intervalli troppo ravvicinati aumentano le probabilità di sovra-diagnosi e conseguente sovra-trattamento e non aggiungono sostanziali benefici, intervalli troppo lunghi aumentano il rischio di non individuare la malattia quanto più precocemente possibile.
Perché è indispensabile ripetere il test di screening periodicamente?
Perché anche se il precedente test è risultato normale è comunque possibile ammalarsi successivamente. Inoltre, la ripetizione del test all’intervallo raccomandato aumenta la probabilità di individuare la malattia eventualmente non evidenziata al precedente test.
L’esame va effettuato anche se non è presente alcun sintomo?
Sì, in quanto nella fase iniziale i tumori possono essere presenti anche se la persona non ha alcun sintomo. In presenza di sintomi è bene rivolgersi subito al proprio medico di fiducia.
È possibile che il test di screening dia risultati sbagliati?
Come per tutti gli esami, è possibile, anche se in piccola percentuale, che il test di screening dia falsi negativi (risultati normali in persone ammalate) e falsi positivi (risultati anormali in persone sane).
I programmi di screening sono sottoposti a costanti controlli di qualità. I risultati vengono monitorati per migliorare costantemente la capacità di diagnosi precoce e per limitare gli eventuali effetti negativi.
Cosa posso fare per ridurre il rischio di sviluppare un tumore?
Uno stile di vita sano (p. es. non fumare, non eccedere con l’alcool, fare attività fisica, avere una corretta alimentazione) può contribuire a ridurre il rischio di molte malattie, tra cui anche i tumori.
Per il tumore del collo dell’utero è disponibile anche il vaccino per hpv. Inoltre, partecipare agli screening permette di individuare lesioni pretumorali del collo dell’utero e del colon retto che trattate, o tenute sotto sorveglianza, riducono fortemente il rischio di sviluppare un tumore maligno.