Stati generali della Salute della Comunità
Quale sanità per i prossimi anni?
È la domanda che si pone la Regione Emilia-Romagna, nella convinzione che un sistema di qualità rimane tale se è capace di trasformarsi e innovare, partendo dai principi fondanti che ne hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo: universalità e forte prevalenza del pubblico.
Nasce da qui l’idea di lanciare gli Stati generali della salute in Emilia-Romagna, un percorso che punta al confronto con chi la sanità la fa e la vive giorno per giorno. Con i professionisti che vi lavorano: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ricercatori e giovani specializzandi, tecnici e amministrativi, farmacie, medicina convenzionata, le Università e la comunità scientifica, naturalmente i territori e i cittadini. Ancora: insieme ai sindaci, ai rappresentanti del volontariato, a chi quotidianamente sul territorio è impegnato per rendere praticabile il diritto alla salute, fino ai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima. Mentre, parallelamente, prosegue il confronto con i sindacati del comparto.
Un metodo di lavoro che punta ad arrivare, al termine degli Stati generali, a un progetto condiviso su come dovrà essere la nuova sanità.
Le precondizioni
Ogni prospettiva, ogni scelta, ogni decisione che riguardi la sanità e il diritto alla salute ha una precondizione: il governo del sistema sanitario è e deve rimanere pubblico, partendo dal diritto costituzionale del cittadino a veder soddisfatto il proprio bisogno e valorizzando il lavoro di chi il servizio lo rende possibile.
L’altra precondizione è che il Servizio sanitario regionale garantisca a tutti l’accesso alle migliori cure disponibili, che devono perciò essere di alta qualità e in linea con i progressi scientifici nel campo della medicina.
Continuando a contare anche sul privato accreditato e convenzionato, il cui contributo è prezioso, sempre nell’ambito di un sistema di governo pubblico del comparto e a gestione pubblica prevalente.
Un sistema che sia ovviamente sostenibile anche da un punto di vista economico.
Garantire risposte nuove a nuovi bisogni
Attraverso gli Stati generali, si apre un confronto a tutto campo su come innovare il proprio modello organizzativo di sanità, definito nei suoi assi portanti nella seconda parte degli anni ’90, per garantire risposte nuove a nuovi bisogni di assistenza e cura, resi ancor più evidenti dopo la pandemia.
Oggi, infatti, occorre fare i conti con il progressivo invecchiamento della popolazione, che impatta fortemente sulla rete delle strutture: serve una risposta più forte e diffusa.
Bisogna fare fronte, inoltre, alla domanda, sempre crescente - e dunque con un forte impatto sui tempi di attesa - di visite specialistiche, interventi chirurgici di media-bassa intensità, e la necessità di dotarsi di apparecchiature sempre più all’avanguardia.
Decisivo per progettare la sanità di domani è poi il capitolo emergenza-urgenza: area strategica, di fondamentale valore e importanza, che va ulteriormente potenziata e riorganizzata per arrivare a garantire una presa in carico rapida e una risposta efficace, meglio definendo i percorsi dell’emergenza e dell’urgenza.
Da affrontare e risolvere anche il grande problema della carenza di medici specialisti, in particolare nel settore della emergenza-urgenza, cui si aggiunge quella di medici di medicina generale e di personale infermieristico.
Sostenibilità economica
Fermo restando che all’Emilia-Romagna è da tempo riconosciuto un livello ottimale anche nella gestione delle risorse, il tema della sostenibilità economica riveste un valore decisivo. Tanto più dopo gli shock provocati prima dall’emergenza pandemica e ora da quella energetica. Basti pensare che negli ultimi tre anni è stato speso quasi un miliardo di euro in più del bilancio regionale per sostenere i costi dell’emergenza Covid e del caro-bollette non coperti dallo Stato.
Più in generale, la più grande sanità pubblica del Paese – tale è, in termini proporzionali e sotto tutti gli aspetti quella dell’Emilia-Romagna, dal personale alla dotazione di strutture – per prima deve porsi il tema della sostenibilità presente e futura.
Partito il confronto
Si è partiti con un primo giro di consultazioni il cui termine è previsto entro Natale. I tempi saranno quelli necessari per affrontare un tema che tocca da vicino, come pochi altri, la vita quotidiana degli emiliano-romagnoli.
Gli esiti del confronto, che saranno portati all’Assemblea legislativa regionale, guideranno i passi successivi da compiere per continuare a garantire qualità al servizio sanitario dell’Emilia-Romagna e, conseguentemente, qualità della vita ai propri cittadini.